Rubinetti chiusi alla Sacramora

3 dicembre 2007
Rubinetti chiusi da una ventina di giorni alla Sacramora, la storica fonte di Viserba dalle acque diuretiche dove giungono (o forse è meglio dire “giungevano”) ad attingere da tutta la Romagna. Nota da tempi remoti, secondo una leggenda la sorgente sarebbe scaturita nell’anno 957 nel luogo dove si arenò il sarcofago col corpo del Martire Giuliano, ora custodito nella chiesa di San Giuliano al Borgo. Da qui il nome “Sacra Dimora”. Ma cos’è successo negli ultimi giorni? In tanti si sono rivolti alla sede del Quartiere e all’Ufficio Relazioni col Pubblico del Comune per avere chiarimenti. Le risposte non sono univoche. Secondo il presidente del Quartiere Fabio Betti i rubinetti sarebbero stati chiusi in seguito all’ordinanza del sindaco del 5 ottobre che ha vietato l’uso dei pozzi privati. All’URP dicono invece che si è rotta la pompa, che risulta essere nella proprietà privata della famiglia Savioli di Riccione, concessionaria della sorgente, con cui il Comune ha sottoscritto una convenzione nel 1960. La concessione “di coltivazione della sorgente di acqua minerala denominata Sacramora” è stata rinnovata, da parte della Regione, nel 1997 ed ha validità trentennale. “L’amministrazione comunale – fanno sapere dagli uffici preposti – si sta attivando per risolvere il problema.” Ma la questione di base, forse, non sta solo nell’individuare cosa realmente è successo, ma chi se ne deve occupare. Dal sito internet del Comune risulta infatti che cura e pulizia di tutte le fontane presenti in città competono ad Hera. Unica eccezione, la Sacramora. Essendo in proprietà privata, Hera gestisce solo la manutenzione esterna e non effettua i controlli sulla qualità dell’acqua poiché si tratta di sorgente naturale non collegata all’acquedotto. Tali controlli sono comunque effettuati dall’Azienda Usl. Nella speranza che l’acqua ritorni al più presto, la battuta di Luciano Tonini, un anziano viserbese nato e cresciuto nelle vicinanze, rende l’idea di come la pensi la cittadinanza: “Se ci chiudono la Sacramora, possiamo anche cambiare nome al quartiere, alla strada, alla parrocchia e a tutto il resto!” In effetti, se davvero la Fonte rimanesse a secco, l’identità di Viserba perderebbe un importante e fondamentale riferimento storico.

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