Arte è luce, trasparenza, incontro, speranza, bellezza…

Stele-coppia, di Marek Trizuljak

“L’anima dell’artista, anche se questi è incredulo o ateo, è sempre immortale”.

Questa frase di Chiara Lubich è fra le più significative, secondo Cristella, della presentazione che ha avuto luogo ieri pomeriggio a Castel Sismondo, a Rimini.

L’occasione era l’inaugurazione della mostra di pittura dedicata alla fondatrice del Movimento dei Focolari, figura molto importante per la formazione dell’allora giovane Cristella. E che ha avuto un ruolo determinante anche in seguito (“a metà del cammin di nostra vita“) riguardo alla Sanatio in radice del matrimonio col Re Consorte (la prima puntata di questa storia è stata pubblicata qui; il resto… beh… oltre che nel cuore, è tuttora custodita nel famoso cassetto).

Per Il Resto del Carlino – che l’ha pubblicato venerdì con qualche taglio rispetto all’originale, avevo preparato il testo che segue. Per la cronaca: il Senatore Sergio Zavoli ha dato forfait. “Richiamato a Roma con urgenza”, è stato spiegato. Magari perché si muove qualcosa sulla faccenda della Presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai?
Sperémma bén!

La mostra rimane aperta fino all’otto febbraio: andateci!

Articolo pubblicato venerdì 16 gennaio 2009 su Il Resto del Carlino, edizione Rimini, pag. VIII.

“Insieme per creare una città per l’uomo”. Queste parole di Marek Trizuljak, noto pittore della Repubblica Ceca, dicono in sintesi lo spirito e il senso della mostra che si terrà a Castel Sismondo da domani fino all’8 febbraio. Dedicato alla presenza di Chiara Lubich a Rimini, l’evento, intitolato “Trasparenza. Libertà di donare ciò che in libertà è stato donato”, è organizzato dall’associazione culturale La Ginestra e dall’Unione degli Artisti della città ceca Olomouc. Come spiega don Giancarlo Moretti, presidente de La Ginestra, la presenza di 25 pittori italiani, tedeschi e cechi sottolinea il ruolo importante della nostra città non solo per il respiro artistico che essa sa esprimere, ma anche per la capacità di intessere rapporti veri e sani fra i popoli. Bellezza. incontro, speranza: concetti cari alla fondatrice del Movimento dei Focolari, che con Rimini aveva un rapporto cordiale stigmatizzato nel 1997 dal conferimento della cittadinanza onoraria. Fra i sostenitori dell’iniziativa c’è anche la Provincia che, per voce del vicepresidente Maurizio Taormina, plaude alla capacità di attrarre a Rimini cultura e bellezza da tutto il mondo, così come succede grazie all’iniziativa di associazioni quali La Ginestra e il Meeting. “La grave crisi strutturale di oggi – spiega Taormina, che si augura l’interesse da parte dei giovani – ci obbliga a cambiare modelli e stili di vita. In tale scenario, pur senza dimenticare i problemi pratici ed economici, è fondamentale coltivare il piacere dell’arte, riconoscendole grande ruolo educativo per la comunità. Con la speranza di allevare una nuova classe dirigente assetata di cultura.”

L’inaugurazione, domani alle 17, oltre alla presenza di autorità religiose ed istituzionali, prevede l’intervento di Sergio Zavoli. Seguirà il concerto “Paradiso di stelle”, col coro diretto dal maestro Anacleto Gambarara.

orari di apertura

dal 17 gennaio all’8 febbraio 2009

sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00
da martedì a venerdì: dalle 14.30 alle 19.00
lunedì chiuso

Ligàza: per chi non è a dieta

Ligàza (e gulpé). Quando non esistevano le belle sporte di rete, nailon o di altre materie sintetiche – spiega Gianni Quondamatteo nel suo Dizionario Romagnolo Ragionato – un ampio fazzolettone dalle cocche annodate serviva per trasportare piccoli pesi o volumi. Ergo, la ligàza, o legaccia, può essere definita e’ fazulèt d’la spésa (il fazzoletto della spesa).

Tò sò cla ligàza, ch’a t’ho mès un pò ad ròba da magnè (porta con te quel fagotto, che ti ho messo un po’ di roba da mangiare).

Va a purtè la ligàza dla clazioun (va’ a portare il fagotto della colazione). Ai contadini che lavoravano nel campo.

T’è port a chèsa una gran bròta ligàza (hai fatto una pessima spesa); o una ligàza gonfia (una spesa buona, abbondante).

Fè ligàza (far fagotto); s’uns va d’acòrd, u s’fa ligàza e u s’va via! (Se non si va d’accordo, si fa fagotto e si va via!). Atenti, burdél, si na u s’fa ligàza! (Attenti, ragazzi, sennò uscite di casa!). L’ha fat ligàza (se n’è andato).

T’è na ligàza ad miséria! (ne hai, di miseria!).

In clima di revival delle antiche tradizioni, negli ultimi anni sempre più spesso, in Romagna, vengono organizzate feste che richiamano l’uso della legaccia, del fagotto con la colazione per i braccianti.

Manifesti colorati occhieggiano lungo le strade o nelle sedi di associazioni: “siete tutti invitati al Veglione della legaccia!”, “iscrizioni aperte per la cena d’la ligàza, ad ingresso gratuito”.

Si mangia gratis? Ma come può essere?

Semplice: se una festa è definita dla ligàza, in Romagna significa che ognuno dovrà portare le cibarie da casa.

E qui entra in gioco il vero animo del romagnolo: buongustaio, mangione, generoso, ospitale… ma anche un po’ esibizionista. Della serie “le lasagne di mia moglie sono le migliori del mondo” oppure “assaggia il mio vino, che fa resuscitare i morti!”

Quindi alle cene dla ligàza si condivide, si scambia, si pizzica di qua e di là e… ci si abbuffa a crepapelle.

E, particolare non secondario, si conosce gente che ha voglia di stare con altra gente in allegria. Vi pare poco?

Tutto quanto sopra premesso, si direbbe in lingua burocratese, per spiegare la notizia apparsa nella home page del Comune di Rimini.

Eccola:

Cena della solidarietà.

Venerdì 23 gennaio ore 20 al Centro Giovani Rimini5, Via Montiano 14 – Santa Giustina
Con il cibo che avremo portato, musica con Marcela Hizard e Carlo Viviani, scherzi e patacate (che ci riescono bene!).
Alla fine della cena grande raccolta della solidarietà con ricchi premi: il ricavato sarà devoluto a Lorena, per aiutarla a riacquistare la giostra che le è stata bruciata.
La Banca del Tempo fornirà l’apparecchiatura dei tavoli, la pasta e fagioli e piadina per tutti.
Regolamento di accesso alla cena della Legaccia:
le persone che parteciperanno all’iniziativa obbligatoriamente porteranno il loro cibo e lo depositeranno sui tavoli, posti all’ingresso.
Il cibo verrà ridistribuito e condiviso fra tutti i partecipanti: legaccia, per noi vuole dire condivisione, conoscenza e Amicizia!

Le persone che non vorranno osservare queste regole non sono gradite (postilla aggiunta dopo che i “soliti furbi” portavano legacce clandestine da papparsi nello stretto giro di amici intimi – nota di Cristella).
L’iniziativa è aperta a tutti. Si chiede gentilmente di confermare la presenza e il numero dei partecipanti telefonando al numero 0541 681108.

Quindi, basta telefonare per aderire e… preparare qualcosa da mettere nel fagotto.

Cristella sa già che Maria intrigherà gli altri con specialità salernitane, Sciomien porterà gli spaghetti di riso, la moglie di Lillo i veri cannoli siciliani, Amanda il sugo de pinas della Colombia, Silvana una super ciambella casalinga…

Cristella non sa ancora cosa preparerà… Male che vada, si fermerà in piadineria a comprare cassoni alle erbe e piade farcite da dividere con gli altri.
As avdém?

Fotografie d’arte e rovi misteriosi. Rimini è anche questo…

Ritorno sull’argomento dell’ex Corderia di Viserba, di cui avevo scritto qui e qui.

E’ uscito infatti nei giorni scorsi l’ultimo numero di Rimini In Magazine, la rivista con cui collaboro sin dagli esordi.

L’articolo Oltre i rovi Misteriosi, scritto a quattro mani con la collega Lina Colasanto, racconta del “passato, presente e futuro di un complesso proto-industriale, parte integrante della storia di Viserba”.

Le immagini, decisamente suggestive, fanno parte dell’opera fotografica Spiriti di Olimpia dello Studio Paritani di Rimini. Colgo l’occasione – visto che ci sono – per consigliare una visita approfondita al bellissimo sito di questi artisti riminesi. Senza tralasciare alcuna sezione… non ve ne pentirete!
Comunque, per chi non riuscisse a procurarsi una copia della pubblicazione, ho scansionato le tre pagine e le ho caricate su Flickr, dove chi fosse interessato può andare a pescarle…

Quindi, pagina 1, pagina 2, pagina 3. Dovrebbe funzionare, sono alle prime armi, con Flickr.

Buona lettura!

Pezzi di cuore

Le principesse son “pezzi ‘e còre”…

Ancora una volta presa dalla sindrome della reggia vuota, Regina Cristella si consola guardando lo schermo del Pc.

Principessa numero uno: Dora.

Dora al Mar Rosso

Principessa numero due: Cinzia.

Cinzia alMar Rosso

Fra tutti gli oggetti…

Fra tutti gli oggetti

Fra tutti gli oggetti più cari
sono per me quelli usati.
Storti agli orli e ammaccati, i recipienti di rame,
i coltelli e forchette che hanno di legno i manici,
lucidi per tante mani; simili forme
mi paiono di tutte le più nobili. Come le lastre di pietra
intorno a case antiche, da tanti passi lise, levigate,
e fra cui crescono erbe, codesti
sono oggetti felici.
Penetrati nell’uso di molti,
spesso mutati, migliorano forma, si fanno
preziosi perché tante volte apprezzati.
Persino i frammenti delle sculture,
con quelle loro mani mozze, li amo. Anche quelle,
vissero per me. Lasciate cadere, ma pure portate;
travolte sì, ma perché non troppo in alto stavano.
Le costruzioni quasi in rovina
hanno ancora l’aspetto di progetti
incompiuti, grandiosi; le loro belle misure
si posson già indovinare; non hanno bisogno
ancora della nostra comprensione. E poi
han già servito, sono persino superate. Tutto
questo mi fa felice.

Bertold Brecht, 1932
Amo molto questa poesia.
E’ la giusta introduzione all’articolo che ho scritto per l’ultimo numero di Rimini In Magazine, in questi giorni in distribuzione in città. Penso che anche Maurizio, l’intervistato, condivida la magia degli oggetti “storti agli orli e ammaccati”.

Questa foto l’ho scattata io durante l’intervista. Sulla rivista ce ne sono di molto più belle, fatte da un professionista.

Maurizio Urbinati con la bicicletta del caldarrostaio

Ecco di seguito il testo dell’articolo.

Continua a leggere