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25 settembre 1944. Il pleuvait sans cesse, ce jour-là…

Sì, è vero: bisogna guardare al futuro, basta con queste storie del passato, del “si stava meglio quando si stava peggio…”

Ma certi avvenimenti del passato non vanno dimenticati. E’ dovere civile (e del cuore) volgere lo sguardo indietro, ogni tanto.

Nel 1944, in questi giorni, il territorio a Nord del fiume Marecchia era campo di battaglia. Il “fronte”, raccontato così tante volte dai miei genitori e dai loro coetanei, si fermò a lungo, anche a causa delle continue piogge che avevano reso i campi simili a pantani. Si pensi che Rimini fu liberata il 21 settembre e Gambettola, una ventina di chilometri più a nord (il luogo dove s’è svolta la tragedia della mia famiglia), soltanto il 15 ottobre. Giorni e notti di sangue, morte, distruzione, terrore…

Come si può non ricordare e rendere omaggio a tutte le innocenti e ignare vittime civili?

Lo “devo” a mia madre e a mio padre, ma anche al nonno e agli zii che non ho mai conosciuto.

Lacrime e rocca: il filo di ricordi di mamma Maria

Da “Trama e ordito, mamme che tessono la vita” – 1999.  Continua a leggere

Al Caffè di Gabrè, festa della mamma con ricami, pizzi e macramè

una bella creazione delle socie di Rimini Ricama

 

Nella nuova piazza di Villa Verucchio domenica 9 maggio l’associazione Rimini Ricama organizza un evento dedicato a tutte le mamme: “Al Caffè di Gabrè, festa della mamma con ricami, pizzi e macramè“. 
Un titolo con rima: scelta non casuale, visto che, oltre ad ammirare ricami e pizzi, si potranno ascoltare poesie e racconti che hanno per protagoniste le donne e il lavoro di tutte le mamme.
La giornata di festa sarà suddivisa in due momenti.
In mattinata, dalle 10 alle 12, le socie di Rimini Ricama mostreranno alcuni dei loro lavori più belli e si produrranno in una dimostrazione pratica di macramè e altre tecniche.
Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, l’incontro si trasformerà in un piccolo spettacolo, con musica e sorprese. L’attrice Antonella Severini leggerà alcune poesie dedicate alle donne, la giornalista Maria Cristina Muccioli leggerà alcuni brani del suo libro “Trama e ordito, mamme che tessono la vita”, mentre la signora Venusta Balducci (nota ricamatrice di Villa Verucchio) racconterà alcune storie… a ruota libera.
L’appuntamento è al Caffè di Gabrè, in via del Vecchio Ghetto 1.
Info: tel. 0541 678866, 0541 21500, www.riminiricama.it.

Tante donne e due artisti per la mia preziosa coperta

C’era una volta…

Nonna Elisa Tamburinonna elisani, nata alla fine dell’ottocento, che in una casa della campagna riminese tesseva senza sosta al telaio di legno allora presente in ogni famiglia. Ordito di cotone acquistato al mercato, trama di ruvida canapa coltivata nel campo dalla famiglia, macerata nel laghetto del podere, essiccata al sole, battuta e gramolata, pettinata e, finalmente, filata nelle buie sere d’inverno durante le veglie al caldino della stalla.

malvina ragazza

Negli anni Quaranta la nipotina di Elisa, Malvina, ricevette come dote un torsello di quella tela.

Rotolo che rimase in un baule fino a due anni fa, quando Malvina, ormai grande e pure lei diventata nonna di due principesse, lo regalò a sua nuora Cristella.

Pierina, la mamma di Cristella, bravissima a ricamare e a lavorare d’uncinetto, ebbe un’idea: “Perché non ne ricaviamo un bel copriletto?”

mamma che saluta

E si mise subito all’opera: gomitoli di bel filo ritorto color senape si trasformarono presto in strisce a punto filet, che sarebbero diventate gli intermezzi e i bordi del copriletto. Strisce molto semplici, ma non per questo meno preziose.

La stoffa, nel frattempo, prese la strada per Gambettola, cittadina romagnola famosa patria delle stampe a ruggine, metodo antichissimo per abbellire le tele. L’amico Riccardo Pascucci propose a Cristella uno dei decori più attuali, le farfalle di Tonino Guerra, artista dalle mille sfaccettature che da anni collabora attivamente con l’Antica Bottega Pascucci.

tonino guerra farfalle

Il torsello, tagliato in tre strisce della stessa lunghezza, venne così abbellito con alcune farfalle colorate, che in parte riprendevano il colore del lavoro all’uncinetto di mamma Pierina.

Era la primavera del 2007. Pierina si ammalò improvvisamente e le sue mani non poterono più creare i centrini e i ricami come era solita fare. Ebbe però il tempo, sul letto dell’ospedale di Cesenatico, per fare una dolce carezza alle stoffe appena ritirate da Pascucci e portatele appositamente da Cristella per fargliele ammirare. Un orgoglio speciale nello sguardo e nel sorriso stanco.  Orgoglio per quella figlia che, grazie a Dio, apprezzava come lei le cose semplici nate dal grande genio delle persone umili, la bellezza degli oggetti creati dal lavoro delle persone, il valore dell’onesto sacrificio indispensabile ad ottenere qualsiasi cosa.

Era un mercoledì di maggio, di pomeriggio. Continua a leggere