Bird strike e il possibile aiuto di un “dissuasore di volatili”

L’attualità mi porta a tirar fuori dal mio archivio un articolo che avevo scritto nel 2009 per la rivista Rimini In Magazine.

Non sono un’esperta della materia, e tengo a precisare che non ho alcun intento di polemica: nell’articolo ho solo riportato quanto dichiarato dall’intervistato, il “dissuasore di volatili”, allora in servizio presso gli aeroporti di Rimini e di Cervia, Vittorio Pullè.

Veglio sui voli”

Decisamente simpatico ed originale. Di quelli che “se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo”… E’ riccionese ed opera negli aeroporti militari di Rimini e di Cervia uno dei massimi esperti italiani di “bird strike”.

Per scoprire cosa si cela dietro a questa definizione, partiamo con un’immagine difficile da dimenticare: l’ammaraggio sul fiume Hudson dell’Airbus A320 della US Airways che si salvò solo grazie all’abilità del suo comandante. Era il 15 gennaio 2009 e tutto il mondo si rese conto che quella circostanza fortunata, risoltasi senza vittime, poteva essere una tragedia. Cos’era successo? Un “bird strike”, cioè un impatto con volatili, in fase di decollo: oche provenienti dal Labrador, una specie migratoria e non stanziale per la zona di New York.

Evento non previsto e non prevedibile? Non la pensa così il protagonista della nostra intervista, che, a ragion veduta, ritiene di svolgere un’opera di importanza fondamentale per la sicurezza di mezzi e persone. “Se all’aeroporto di New York avessero avuto un consulente come me, quell’incidente non sarebbe successo. Conoscendo i comportamenti e le abitudini degli uccelli, le rotte migratorie, il territorio e la vegetazione, si è in grado di prevenire ed eliminare gli impatti per almeno il 90%.”

Specializzazione che si traduce in “dissuasore di volatili”. Se si cerca su internet, il titolo ritorna spesso, ma sempre riferito a marchingegni e sistemi meccanici o elettronici, più o meno sofisticati, che mancano però dell’ingrediente più prezioso: il fattore umano.

Vittorio Pullè chiarisce subito che non si tratta di un mestiere. “Per me, ex cacciatore, questo è un vero hobby, una passione. Tecnicamente sono un consulente a titolo gratuito dello Stato Maggiore Aeronautica (Ufficio Ispettorato Sicurezza Volo, che fa parte del Bird Strike Comitate) e collaboro con gli aeroporti militari di Rimini e di Cervia. Praticamente ho realizzato un sogno: vivo sempre all’aria aperta ed immerso nella natura, come m’è sempre piaciuto. Mi alzo all’alba in ogni stagione, respiro gli odori della terra, ascolto canti, osservo voli. Sono un po’ ornitologo, un po’ botanico e anche agricoltore: conoscenze che non valgono allo stesso modo per qualsiasi aeroporto. Ogni zona è diversa, gli habitat vanno esplorati e studiati. Ed eventualmente modificati, ad esempio allontanando certi tipi di insetti che possono attirare sulle piste stormi interi di volatili che, in caso di impatto con un aereo che si sta alzando o sta atterrando, diventano pericolosissimi.”

Fra i compiti di questa sorta di “spaventapasseri del terzo millennio”, c’è anche la cattura degli uccelli che creano pericolo. “Un’operazione che viene effettuata in maniera totalmente incruenta. – assicura Pullè – Ho messo a punto diversi sistemi che mi permettono di prendere gli uccelli senza ferirli, per poi andarli a liberare lontano dagli aeroporti. Per quanto riguarda i richiami canori, ho ormai una collezione intera dei vari canti delle singole specie, registrati e riprodotti su supporto informatico. In ogni caso, la mia lunga esperienza conferma che la cattura spaventa l’animale, che si ricorda di quel determinato luogo come inospitale e non ci tornerà più.”

Con un passato come ricercatore per l’Istituto di Biologia dell’Università di Bologna, Pullè è autore di un manuale adottato dalle torri di controllo militari (“Problematiche di avifauna sugli aeroporti”, Edizioni Sicurezza Volo Aeroporto Cervia, 1996) dove vengono descritte le specie di volatili presenti negli aeroporti e dati consigli su vari fronti: dalla gestione ambientale del territorio all’identificazione degli uccelli e al loro allontanamento.

L’aeroporto di Rimini si trova sulle principali rotte migratorie. – spiega Pullè – E’ frequentato da falchi, gheppi, gabbiani, pavoncelle, storni, civette, rondini…

Anche i più piccoli di questi volatili possono creare grandi problemi. Basti tener presente che un impatto con un uccellino di 50 grammi con un velivolo a 240 km/h (la velocità di un jet in atterraggio) lo può bucare come un proiettile oppure, se ingerito dai motori, causa danni a volte molto seri alle turbine. L’elenco degli incidenti anche gravi dovuti a “bird strike” purtroppo è piuttosto lungo.

Ma non a Rimini! – conclude Pullè – Sotto questo aspetto il nostro è uno degli aeroporti più sicuri d’Italia.

E non nasconde una certa soddisfazione, nel fare quest’ultima affermazione: un po’ del merito è anche suo, come negarlo?

Qualcosa in più su N. H. Vittorio Pullè, Conte di San Florian
Il nostro “dissuasore di volatili” è l’erede di una notissima famiglia nobile. Originari delle Fiandre, i Pullè ricevettero dagli Sforza, come ricompensa per aver combattuto per loro, alcuni terreni in Valpolicella, nel Veneto, dove tuttora esiste “Villa Pullè”, una delle più belle dimore nobiliari italiane. Il nonno di Vittorio, Felice, che giunse in Romagna a fine ottocento come medico condotto, si adoperò molto per lo sviluppo di Riccione e della vicina Miramare (che lui stesso “battezzò”, per ricordare l’omonimo castello di Trieste). La città di Riccione gli ha intitolato una casa di riposo.

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