Archivi categoria: Dialetto

La rivincita del dialetto? In teatro (con gli appuntamenti dal 26 al 28 febbraio)

Dodici serate alla parrocchia della Riconciliazione di Rimini, dieci al Teatro Rosaspina di Montescudo, cinque al Tiberio, quattro alla Sacramora… e via dialettando.

Sui palchi romagnoli è in piena effervescenza la stagione di teatro in vernacolo, settore che non sente la crisi e che riempie le platee tra l’invidia delle compagnie che recitano in italiano. Ultimo baluardo della lingua dei nonni, Continua a leggere

Vecchia Romagna: la stmèna lòva

Da “Romagna civiltà” – vol I. Cultura contadina e marinara, Gianni Quondamatteo e Giueppe Bellosi, Grafiche Galeati  Imola 1977.

Il ciclo di Carnevale si apriva con la dménga galinèra (la domenica gallinaia): la domenica precedente la settimana grassa (stmèna lòva); galinèra, in quanto si doveva uccidere una gallina vecchia per avere un buon andamento del pollaio (acsé cagli ètar al faséva bén, così le altre facevano bene).

Nei giorni grassi (i dé lòv) Continua a leggere

Guido, Giustiniano e la strega Cristella

In effetti potrebbe avere ragione l’amico Kikko, che proprio ieri di là, su Face Book, ha scritto che Cristella è una “vera strega”.

I fatti: “cosa posso scrivere questa sera sul blog?”, si chiedeva la Regina qualche minuto fa.

“Potrei utilizzare qualche brano dell’intervista a Guido Lucchini che andrà sui giornali nei prossimi giorni”, si è risposta, pensando che così la “fatica” si sarebbe limitata ad un semplice copia-incolla.

E, appena aperto il blog, cosa trova? L’ultimo commento: un certo Glauco (benvenuto!) che apprezza il fatto di aver trovato in rete una zirudèla del poeta-ciabattino Giustiniano Villa.

Allora, perché Cristella sarebbe una strega? Ecco la risposta: un’anteprima dell’intervista fatta ieri al commediografo in dialetto di San Giuliano Mare (anzi, della Barafonda!). E’ tutto copyright di Cristella, deve ancora uscire sui giornali. Colleghi giornalisti, non copia-incollate, a’m arcmànd: ricordate che le streghe possono essere vendicative!

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Il primo dell’anno incontri una donna? Che disgrazia!

A grande richiesta… ecco a voi le antiche usanze romagnole del 31 dicembre e del primo gennaio.
Da notare, nelle ultime righe di questo post, l’origine della poca considerazione per le donne che esiste tuttora.

Vabbè, Buon Anno a tutti. Alle donne in particolare!

Testo tratto da Gianni Quondamatteo e Giuseppe Bellosi, Romagna Civiltà. Vol. I – Cultura contadina e marinara, Grafiche Galeati Imola, 1977.

L’ultimo giorno dell’anno le donne Continua a leggere

Il dialetto di Amos Piccini

“E’ fiòl strusciòun” (il figliol prodigo). Questo titolo, nel lontano 1996, attirò l’attenzione di Cristella dalle pagine de Il Ponte. Agli inizi della svolta giornalistica, ancora nel pieno dell’entusiasmo di scrivere e dell’emozione di vedersi pubblicata, la regina rispose – attingendo alla memoria di bambina – con “Agli uraziòun de mi bà” (le preghiere del mio babbo).

Ricordando la “réchia matèrna, vècia sta fèrma” o il “domine subìsco” che il babbo infilava sorridendo fra un moccolo e l’altro – facevano tanto arrabbiare la mamma – e che forse aiutavano a sdrammatizzare certe situazioni di difficoltà che, ai tempi, erano piuttosto frequenti.

Ora Amos Piccini, autore dialettale riminese di lungo corso, ha pubblicato niente meno che “Gli Atti degli Apostoli” , anzi: “Fat e mirècul dj Apòstul”.

Su Youtube, per chi fosse interessato, c’è l’intervista a Piccini mandata in onda da Icaro Rimini Tv.

Av salùt!