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Un’altra ricetta per il fine settimana

L’idea di partenza – quella di aggiungere nel sito di Cristella una ricetta ogni fine settimana – è al momento sospesa per motivi tecnici: il webmaster Dora sta infatti godendosi un meritato riposo fra Rotterdam ed Amsterdam, ospite di un’amica romana anche lei studentessa/cittadina europea in “scambio Erasmus”.

In attesa del suo ritorno – se non a casa, almeno davanti ad un PC – utilizzo la ricetta postandola nel Blog.

Verrà poi copiata in Romagna e dintorni.

I sardoncini tiepidi sono una specialità di Todro, un ristorantino di Viserba che, una volta trovato fra le viuzze che incrociano il lungomare, vale la pena segnarsi in agenda.

Questa è la mia versione. A naso, non dovrebbe discostarsi molto dall’originale.

Sardoncini tiepidi in insalata
Ricetta molto semplice, adatta come antipasto o secondo.

Si puliscono i sardoncini, togliendo teste e lische, e si aprono a libretto.
Si lavano velocemente in aceto di vino rosso.
Una volta scolati ed asciugati, vanno conditi con un filo di olio di oliva, sale e pepe.
Si stendono in una teglia, senza bisogno di metterli in fila, e si passano nel forno già caldo. Cinque-dieci minuti al massimo.
Nel frattempo si prepara un’insalata con radicchio, scarola e cipolla fresca tagliata sottile.
Tolti dal forno i sardoncini, si uniscono all’insalata, aggiungendo un buon aceto rosso.

Il caldo del pesce abbraccia la verdura fresca: il risultato è un piatto tiepido che sprigiona profumi da acquolina in bocca…

In dialetto si dice…

Sardòn
Ittiol. acciuga, alice (Engraulis encrasicolus).
Della famiglia degli engraulidi, vive in branchi. Raggiunge la lunghezza di 18-20 cm., ha il corpo slanciato ed è di colore verde-azzurro sul dorso ed argenteo sul ventre. Questo pesce turchino è fra i più comuni, e a buon mercato, dell’Adriatico, ed è nato per morire… arrostito sui carboni. Ma lo si prepara anche per la conservazione sotto sale. La stagione migliore è da gennaio a marzo.

Gianni Quondamatteo

Dizionario romagnolo ragionato (Tipolito La Pieve, Villa Verucchio 1982)

Doppiadifesa.it

La notizia ascoltata l’altra sera in Tv mi ha incuriosito ed ho cercato conferma in rete: avevo capito bene? Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno hanno dato vita ad un sito dedicato alle donne?

Sì, la famosa soubrette e l’altrettanto famosa avvocato. Due donne totalmente diverse, che mai penseresti amiche.

Eppure… l’ho trovato: http://www.doppiadifesa.it/ che si presenta con un buon Incipit, a mio parere (per un giudizio più circostanziato bisognerà seguirne l’evoluzione…). 

Discriminazioni, violenze e abusi sono alimentati dal silenzio. La violenza non è un fatto privato: apri quella porta. La cultura è l’arma più efficace per combattere la violenza: spesso chi ha subito una violenza crede di essersela meritata. E altrettanto spesso non percepisce la gravità delle aggressioni di cui è stato vittima.”

Anche nel nostro territorio ci sono luoghi di ascolto, consulenza ed aiuto per donne vittime di violenza. Primo fra tutti lo Sportello Per Lei istituito dalla Provincia di Rimini. Chi ne avesse la necessità, sappia che l’accesso è gratuito e che le operatrici sono legate al segreto professionale. Quindi la riservatezza è assicurata.

Quale lavoro per i nostri figli?

Comodamente seduta per la cena, dopo una giornata di stress continuo, squilla il telefono. “Buona sera, sono Michela (o Francesco, o Pinco Pallino) di Telecom (o di Tele2 o di un altro Pinco Pallino)…”

La prima reazione è di rifiuto. Maddai, sempre a quest’ora. “Grazie, non mi interessa”, rispondi nella migliore dell’ipotesi.

Poi vedi un servizio delle Iene su Italia Uno e di Michela e di Francesco impari qualcosa di più… A Misterbianco, provincia di Catania, centinaia di giovani sottopagati (e ancor peggio contrattualizzati), sono le voci dei call center di mezza Italia. A 40 centesimi lordi – udite udite – per ogni chiamata effettuata. “Ma solo se la telefonata supera i 3 minuti e 20 secondi”, specifica uno di loro, con la laurea in giurisprudenza a prender polvere “perché tanto gli avvocati devono fare anni di praticantato gratis e almeno qui qualche centinaia di euro, alla fine del mese, riesci a metterlo insieme.”

Quel servizio (di Alessandro Sortino e Francesca Biagiotti, “L’INFERNO DEI CALL CENTER”) è stato premiato nell’ambito del Premio Giornalistico Ilaria Alpi che si sta svolgendo a Riccione in questo giorni, per la sezione Il Lavoro che non si vede.

Con la seguente motivazione. Uno sguardo nuovo sull’inferno dei call center. Il luogo di lavoro che rappresenta l’essenza dell’occupazione moderna, flessibile e precaria. Ironico nel registro, il servizio, racconta bene le incongruenze del settore e lo stato di difficoltà nel quale vivono i lavoratori del settore.

Emblematica la storia di una delle giovani donne intervistate, che ha dichiarato di aver dovuto nascondere per ben quattro mesi la sua gravidanza… Quando la società gestrice del Call center ha visto in Tv l’intervista, ha ben pensato di licenziare questa coraggiosa futura mamma…

Per la cronaca: gli autori del servizio hanno devoluto a lei la cifra ricevuta per il premio. Non risolverà tutti i suoi problemi, certo, ma il gesto merita un applauso. Conosco anch’io ragazze che hanno nascosto agli stessi colleghi la maternità, un momento della vita che dovrebbe essere fra i più gioiosi, da gridare al mondo… Conosco anch’io persone che mi lavorano accanto e non sanno se fra due mesi saranno ancora lì o dall’altra parte, ad allungare la lista dei disoccupati.

I miei amici musicisti del gruppo Foto mosse da tante storie di “non lavoro” hanno ricavato anche un CD, divenuto una sorta di colonna sonora, lo scorso autunno, delle manifestazioni nazionali che Nidil-Cgil ha dedicato al precariato (vedi nella sezione Articoli di www.cristella.it, quello intitolato “La colonna sonora dei lavoratori precari”).

Sono coinvolti tutti, maschi e femmine, giovani e meno giovani, semplici operai e laureati con tanto di specializzazione. Le donne, comunque, in questa incertezza del domani legata al lavoro precario (o flessibile, a chiamata, non rinnovabile, chiamatelo come volete…) tornano ad essere i soggetti più ricattabili.

E pensare che avevamo conquistato i più elementari diritti, noi “lavoratrici fortunate” delle generazioni più anziane, combattendo a suon di scioperi e di battaglie…

Per le nostre figlie, quale domani?

Se l’accoglienza è targata RN

E’ terminato ieri il viaggio sul Po dei giornalisti Michele Marziani e Stefano Rossini. In barca e in bicicletta: itinerario raccontato con dovizia di particolari nei loro blog (Appunti di viaggio, quello di Michele, è linkato qui a destra).
Per fortuna l’ultimo post di Stefano, che porta la data del 6 giugno, risolleva un po’ l’idea non proprio positiva che mi ero fatta sull’ospitalità di quelle zone.
“L’ospitalità è stata davvero importante – scrive Stefano – Senza l’aiuto della strada dei vini e dei sapori della Lombardia, quella di Reggio Emilia, gli enti e le persone che ci hanno offerto il loro aiuto gratuitamente (l’associazione Random in testa, senza la cui barca non saremmo neanche partiti) saremmo probabilmente arrivati in Croazia convinti di scoprire antiche culture padane.”
Ma il 2 giugno la prospettiva, oltre che molto bagnata, era di questo tono:
“Oggi la stanchezza mi ha colpito con la pioggia e il freddo. Mi sentivo come il protagonista di un libro di avventure, come Frodo Baggins, che nonostante tutte le avversità continua il suo viaggio. Così, lasciata la barca a Bagnolo S. Vito, questa mattina, alle 7 e 30, ci siamo messi a pedalare verso Guastalla. Sotto un cielo basso e infingardo i corvi gracchiavano sui rami. Ho deciso che il prossimo viaggio lo faccio in novembre, magari trovo una settimana di sole.
La colazione è circondata da un gruppo di musoni da bar, tipici abitanti della bassa padana mantovana che ti buttano addosso tutta la loro ostilità. Verrebbe voglia di ripartire subito, ma un acquazzone ci blocca. Solo dopo mezz’ora lasciamo il tempio della mestizia verso la prima stazione ferroviaria, convinti ormai che sia difficile continuare anche in bici. Ma la fermata di Pegognaga è squallida e deserta. Pegognaga. Già il nome ricorda quel gnègnègnè che si fa con stizza verso chi ci sta antipatico. Giovedì abbiamo navigato nove ore senza incontrare anima viva. Oggi è il paese ad essere abbandonato. Sembra di perlustrare una zona colpita da una devastazione atomica o da un’epidemia. Tutto è vuoto, chiuso, disabitato. In mano a Romero la pianura padana sarebbe un ottimo set per un nuovo film di zombi.”
Ho immaginato la scena “trasportata” dalle nostre parti.
Due giornalisti arrivano alla foce del Marecchia in barca, per poi perlustrare il territorio riminese in bicicletta, con l’intenzione di dare al loro viaggio un senso di ricerca cultural-gastronomica che verrà debitamente documentata…
Atto primo: il sindaco Alberto Ravaioli organizza un comitato d’accoglienza e nel corso di una conferenza stampa omaggia i viaggiatori col manifesto balneare di Pablo Echaurren. Secondo: il vice Maurizio Melucci sfida i due giornalisti ad una partita a biglie sulla spiaggia – manco a dirlo, del Bagno 26 – mentre il bagnino Gabriele si fa fotografare ed intervistare almeno venti volte. Terzo: Andrea Gnassi, assessore provinciale al turismo, regala una maglia ai due ciclisti (maglia rosa, naturalmente…) e, quarto, Massimo Masini, presidente di Aeradria, scrittura una band per accogliere i due a suon di musica… (Ricordate l’arrivo con un’ora di ritardo del primo volo da Parigi? Turisti stravolti e scocciati per il raddoppio dei tempi del loro viaggio, guardavano piuttosto stupiti i musicisti jazz chiamati da Masini sulla pista d’atterraggio…).
Insomma, per farla breve, qui a Rimini è tutt’altra cosa…
Qualcuno può sospettare che la calda “accoglienza al forestiero” non sia totalmente spontanea, ma in parte dipendente dal core business di tutta la Riviera…
Fa niente.   
Son contenta di essere romagnola.

Il maestro scrittore e il maestro stampatore

Dall’università Louis Pasteur di Strasburgo il mio webmaster personale oggi ha caricato nella sezione About me un testo regalatomi nel 2000 dal maestro di scrittura e giornalismo Piergiorgio Terenzi, che lo volle intitolare Elogio della creatività.

Piergiorgio definisce il tono dei miei scritti “nomade, quasi zingaresco”. Per poi specificare che “il nomade non ama meno le persone o le situazioni che vive. Le ama in maniera aperta, integrata.” M’è piaciuto ritrovare queste righe, che erano state archiviate insieme alle recensioni di Trama e ordito e alle locandine dei vari eventi a cui avevo partecipato in quel periodo.

Dice anche, Piergiorgio, che “più che comporre una canzone, Cristina tende a comporre una sinfonia”. Ripensando alla girandola di amicizie che riesco a mettere in moto quando prendo qualche iniziativa (per i libri pubblicati, ma anche per questo sito) penso di dovergli dare ragione. 

E porto come esempio le tante presentazioni pubbliche fatte insieme all’amico Riccardo Pascucci, maestro stampatore dell’Antica Bottega Pascucci di Gambettola, che tra l’altro mi ha fatto conoscere Dario Fo e Franca Rame. 

Siamo stati in zir par la Rumagna, Riccardo ed io. Lui coi suoi antichi stampi di pero e i colori dalla ricetta segreta, io con le pagine sulla filatura e tessitura della canapa.

Siamo stati invitati a Ravenna, Cervia, Cesena, Forlì, Torre Pedrera (l’occasione in cui Piergiorgio scrisse il testo sopra citato)… Mancano ancora Viserba, Rimini, Gatteo a Mare, Cesenatico… Nemo propheta in patria, verrebbe da dire.

Eppure i riferimenti non mancano. Per esempio: sulla spiaggia di Viserba – come altrove – negli anni ’60 ci si riparava con tende a vela stampate dalla precedente generazione dei Pascucci, così come documenta una cartolina della collezione di Sergio Fava pubblicata sul sito del Comitato Turistico http://www.viserba.com/fotogallery/anni-60-9.htm

Quasi tutti gli anni, a ferragosto, la spiaggia del Grand Hotel di Cervia è animata dalle mostre di tende da sole organizzate da Riccardo. Nel 2001 ho partecipato anch’io, unendo la dimostrazione pratica del suo lavoro artigianale con la presentazione del mio libro. Non solo gli italiani, ma anche i turisti stranieri si sono mostrati molto interessati…  Qualche immagine di quell’evento tratta dal sito di Pascucci (http://www.pascucci1826.it/index2.htm) rende l’idea…

Riccardo ed io, sempre per aggiungere note alla “nostra sinfonia”, andiamo ancora in giro per la Romagna a raccontare le storie imparate da genitori e nonni (l’ultimo incontro è stato all’Ecoistituto di Cesena l’8 maggio 2007) e siamo disponibili a farlo ancora, se invitati da enti, scuole, associazioni, stabilimenti balneari, alberghi…

Per passione, cioè “a gratis”.