Al pisghéini di Tiziana: il regalo di Natale più gradito

Hmmmm, al pisghéini! Un vero trionfo dei sensi.

In Romagna non ci sono molti dolci tradizionali come in altre regioni: ciambella, zuppa inglese, i dolci di carnevale… Le pesche dolci che propongo oggi sono, in un certo senso, una variante della zuppa inglese, visto che gli ingredienti e i colori sono pressoché gli stessi.

Al pisghéini sono il dolce preferito di quasi tutti i familiari di Cristella. Perché? C’è bisogno di dirlo? Erano la specialità di mamma Pierina, che le preparava per Capodanno e per l’Epifania. In ambedue le occasioni, oltre che alla propria famiglia, le peschine venivano offerte ai visitatori notturni (“dolcetto o scherzetto” di Halloween non è un’invenzione anglosassone), cioè ai gruppi di bambini, ragazzi e uomini (rigorosamente maschi) che andavano di casa in casa ad augurare “buon anno buon anno felicità per tutto l’anno” e a “cantare la Pasquella”.

Pronte da mangiare

In casa di Cristella bambina già verso Natale si dava il via alla preparazione tenendo da parte i mezzi gusci delle noci che si mangiavano per le feste, stando bene attenti a non romperli. Ne sarebbero serviti molti, da utilizzare come formine per le mezze pesche di pasta frolla. Ma, bando alle ciance. Ecco di seguito la ricetta completa delle peschine dolci romagnole, nella versione di Tiziana, la sorella di Cesenatico. E’ il regalo di Natale che ci ha fatto quest’anno: un tuffo nei sapori dell’infanzia, per la gioia di Cristella, Domenico e Teresa.

INGREDIENTI

Per i gusci:

450 gr farina 00
50 gr fecola
175 gr burro
25 gr strutto
180 gr zucchero
2 uova
20 gr latte
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Per il decoro:
zucchero semolato
alkermes

Per la farcitura:
1 litro latte intero
1 bustina Bertolini (preparato per creme)
120 gr zucchero semolato
80 gr farina 00
la buccia di un limone (intera da togliere a fine cottura)
15 gr cacao amaro

PROCEDIMENTO

Impastare gli ingredienti velocemente come per una pasta frolla. Lasciare riposare l’impasto in frigorifero, coperto con pellicola trasparente, per almeno un’ora.Preparare due teglie da forno: foderarle di carta da forno (o ungerle con strutto o burro) e posizionarci sopra i mezzi gusci di noce, preventivamente unti con strutto o burro, piuttosto distanziati l’uno dall’altro.

Stendere l’impasto con un matterello come per preparare dei biscotti, fino ad ottenere una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Ricavarne delle formine rotonde, eventualmente usando un bicchiere, che siano un poco più grandi del guscio di noce. Continuare finché rimane impasto. Appoggiare ogni disco di pasta sul guscio unto in modo che aderisca bene. Informare la teglia a 170° per circa 8 minuti. Tolta la teglia dal forno, la si lascia raffreddare qualche minuto. Poi si tolgono i gusci di noce stando bene attenti a non rompere le mezze pesche, che vanno lasciate raffreddare ed asciugare bene, lasciandole anche mezza giornata possibilmente appoggiate su una griglia.

Peschine appena uscite dal forno

Nel frattempo si preparano le creme, mescolando in un pentolino il contenuto di una bustina Bertolini (preparato per creme) con 120 gr di zucchero semolato (8 cucchiai rasi), 80 gr di farina 00 (8 cucchiai rasi),1 litro di latte intero e la buccia intera di 1 limone. Quando la crema si è addensata, si spegne il fornello e si mescola ancora ogni tanto. Si toglie la buccia del limone. Si divide la crema in due ciotole: una per quella che rimarrà gialla e l’altra per quella che faremo diventare al cioccolato aggiungendo il cacao in polvere.

A questo punto, aiutandosi con un cucchiaio, si può iniziare a farcire le mezze pesche: una parte con la crema gialla e l’altra con quella scura. Le due parti con le creme diverse vanno quindi accoppiate, formando così, finalmente, delle peschine intere. Queste vanno passate velocemente in un piatto fondo dove avremo versato un dito di liquore Alkermes e poi, subito, arrotolate delicatamente in un altro piatto con lo zucchero semolato. Ecco, il trionfo della golosità è pronto. Appoggiate una accanto all’altra su di un vassoio o un piatto di portata, vanno in frigorifero per qualche ora.

Da gustare con devozione, prendendole delicatamente fra le dita. Spezzarle prima di portarle alla bocca per vedere come sono fatte dentro o morsicarle direttamente, così come si farebbe con una succosa pesca matura… questo è l’unico dilemma che rimane.

Buon appetito!

3 pensieri su “Al pisghéini di Tiziana: il regalo di Natale più gradito

  1. Riccardo

    A Cattolica il dolce tipico è il Miacetto, una vera bomba calorica (a mio avviso una mega schifezza!).
    Non ho mai visto tanti ingredienti per fare un dolce!

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