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Ebbene sì: torno su Raiuno. Che emozione!

 

Ragazzi, questa è la favola di Cristella che continua!!!

Due mamme riminesi in diretta su Raiuno

Venerdì 18 marzo, su Raiuno, due signore riminesi rappresenteranno tutte le mamme emiliano-romagnole durante la puntata speciale del quiz “L’eredità” programmata nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.

La trasmissione condotta da Carlo Conti andrà in onda dopo il Tg, in prima serata, col titolo “L’Eredità, speciale Fratelli di test”. La formula sarà un po’ diversa da quella pre-serale: oltre a dieci vip, infatti, a sfidarsi su storia e avvenimenti degli ultimi 150 anni saranno quattro categorie di italiani, che i produttori reputano rappresentativi della Nazione: gli alpini, i cuochi, gli agricoltori e le mamme.  

Per tenere alto l’orgoglio di quest’ultimo gruppo da Rimini partiranno Albertina Fattori, di San Giuliano Borgo (parrucchiera in pensione, maestra di macramè e vicepresidente dell’associazione Rimini Ricama) e Maria Cristina Muccioli, di Viserba (impiegata provinciale, giornalista pubblicista e scrittrice).  

“La Rai ci ha individuato appena una settimana fa attraverso internet Continua a leggere

Il viaggio di Raffaello Baldini

Mi sto accorgendo che ultimamente aggiungo a questo blog quasi solamente articoli sul dialetto e sulla Romagna…

Beh, non riesco a farne a meno. Penso sia una questione di pancia, più che di testa: è casa, è roba mia, è mamma e babbo…

Oggi copio direttamente da “La campagna appena ieri”, un bellissimo blog curato da Grazia Bravetti Magnoni e da Giovanna Gobbi.

“Viazè” è il titolo di una poesia di Raffaello Baldini, poeta di cui ho già scritto diverse volte.

Eccola:

VIAZE’

“Mo viaza tè, mè a stag bèn do ch’a so,
ch’i vèn da fura, aquè, pu u i è Suièn,
Vròcc, la Pargàia, ch’a n ‘i so mai stè
ma la Pargàia, gnenca tè? Mo ‘lòura
csa vèt zarchè vaièun, che me sno e’ lèt
furistir, e’ cuschi, che sa n’ò e’ mèi,
pu tòtt, t vè vèa se sòul, t’arèiv ch’e’ piòv
ta n cnòss niscèun, u t tòcca dmandè sèmpra
e al gambi quand l’è nòta, vdài e’ mond?

Che dòp t ci piò pataca ca ne prèima,
mo me u m pis ènca i pòst ch’u n suzèd gnènt.
A cal zò te Mareccia,
un slèrg, t’vè do ch’u t pèr, e tott chi sas,
mo u i n’è ch’à di culèur,
i lèus, sott’aqua, quèsti l’è al zità!
O a so balengh? E piò in là do burdèli
s’un gran maz ad fièur zal, al rèid, al còrr,
a pi nèud, sòura i sas, mo cmè ch’al fa?”

VIAGGIARE
Ma viaggia tu, io sto bene dove sono/che vengono da fuori, qui, poi c’è Sogliano/
Verucchio, Perticara; che non ci sono mai stato/a Perticara, neanche tu? Ma allora/
Cosa vai a cercare in giro, che io, solo il letto/forestiero, il cuscino, che se non ho il mio/
Poi tutto, vai via col sole, arrivi che piove/non conosci nessuno, devi sempre chiedere,/
E le gambe, quand’è notte, vedere il mondo?/Che dopo sei più coglione di prima?/
Ma a me piacciono anche i posti dove non succede niente, calo giù nel Marecchia/
Uno slargo, vai dove ti pare, e tutti quei sassi /ma ce n’è che hanno dei colori,/
Rilucono, sott’acqua, queste sono le città!/O sono balengo? E più in là due bambine/
Con un gran mazzo di fiori gialli ridono, corrono,/a piedi nudi, sui sassi, ma come fanno?

Annalisa e Giovanna: le donne e il dialetto

Il sito “Dialetti romagnoli in rete” curato da Davide Pioggia, linkato da Cristella già da qualche mese, è una continua scoperta. Come tutte le cose buone, va assaporato senza fretta, gustando con calma ogni sua pagina…

Per chi volesse iniziare ad entrare nell’atmosfera, può bastare l’ascolto di qualche poesia, racconto o altro dalla viva voce dell’autore.

Due pillole, brevi: un esempio di dialetto di Santarcangelo con la giovane Annalisa Teodorani (il 16 gennaio 2011 citata in un bell’articolo di Davide Rondoni pubblicato su “Domenica”, l’inserto culturale de Il Sole 24 ore, dal titolo “Spuntano nuovi poeti in Romagna”) che legge “Du an (Due anni) e l’immediatezza tutta riminese della non più giovanissima Giovanna Grossi Pulzoni (di Annalisa potrebbe essere nonna), nota autrice di teatro dialettale, con la barzelletta La pscarìa (La pescheria).

Se serve la traduzione, fasìl savé!

Ortografia unica per la Romagna poliglotta

L’invito è rivolto a dialettofoni, dialettofili, amanti del teatro dialettale e curiosi…

La copertina del libro

Venerdì 26 novembre, alle 18, alla Sala del Giudizio del Museo della Città l’associazione “Istituto Friedrich Schurr” presenta un libro che non può mancare nello scaffale romagnolo degli appassionati. Si tratta di “Do int una vòlta”, una commedia di Giovanna Grossi Pulzoni corredata dal saggio di Daniele Vitali e Davide Pioggia dal titolo “Il dialetto di Rimini”.

Il volume è il frutto di un’intensa attività di ricerca effettuata negli anni dai due studiosi di glottologia, che hanno messo a punto un sistema ortografico unico valido per tutti i diversi dialetti romagnoli.

“L’autrice e regista riminese Giovanna Grossi Pulzoni era la parlante ideale per studiare il dialetto di Rimini”, spiegano gli autori. Quindi Davide Pioggia l’ha intervistata diverse volte e Daniele Vitali ha ascoltato le registrazioni per trascriverne il dialetto.

I due hanno registrato anche un gran numero di altri parlanti di Rimini e dintorni (allargandosi a Valmarecchia, Valconca, San Marino e Pesaro), descrivendo in modo completo la fonologia riminese, con cenni di fonetica e una proposta di ortografia, ossia un sistema di scrittura valido  per tutti ma basato sugli studi fatti e, quindi, coerente.

(Per la cronaca: Maria Morolli, zia del Re Consorte, classe 1918, è stata scelta come testimone parlante per Viserba, visto che qui è nata e sempre vissuta. Durante l’intervista, a cui Cristella ha assistito, il professor Pioggia le ha chiesto se era proprio sicura che da queste parti  “topo” si dice “sòrg” e non “sòrs”. Lei, quasi offesa: “Sicura? Dì, a sarò vècia, ma miga invurnìda!“)

I principi di quest’ortografia vengono da un altro lavoro di Daniele Vitali, “L’Ortografia Romagnola”, ovviamente applicati al sistema specifico del riminese.

Poi Davide Pioggia ha trascritto la commedia con quest’ortografia, così che finalmente anche chi non parla riminese la potrà leggere senza problemi.

Pioggia ha aggiunto al libro uno studio sulla geografia cittadina (in modo che i lettori non pratici di Rimini capiscano cosa s’intende dicendo che, ad esempio, la Barafonda parla in modo leggermente diverso dalla zona di via Covignano), e poi ha messo in rete il sito www.dialettiromagnoli.it che contiene tantissimo materiale, partendo dalla traduzione italiana della commedia fino a un buon numero di poesie di autori dialettali, compresi quelli noti anche fuori dalla Romagna come il santarcangiolese Gianni Fucci.

Del sito piacerà molto ai dialettofili la parte vocale, visto che si potrà fare un viaggio da Imola a Riccione ascoltando le voci recitanti degli autori delle varie zone della Romagna.

Un lavoro completo e multimediale, che dà l’idea reale delle diversità delle nostre parlate.

Solo l’indice dei contenuti fa immaginare la ricchezza del sito: per la provincia di Bologna c’è una sezione tutta dedicata al dialetto di Imola, per Ferrara c’è il dialetto di Argenta, per Forlì-Cesena ci sono tre sezioni (Cesena, San Mauro Pascoli, Sarsina), quattro sezioni per la provincia di Ravenna (Faenza, Fusignano, Ravenna, Sant’Agata sul Santerno) e quattro anche per Rimini (Riccione, Rimini, Saludecio, Santarcangelo).

Il libro (costo 10 euro), presente in alcune librerie di Rimini, può essere richiesto anche all’editore Il Ponte Vecchio di Cesena (tel. 0547 609287) o all’Istituto Friedrich Schürr (tel. 0544 562066).

Racconto viserbese del maestro Carlo Ardini. Una Lady Chatterley in riva all’Adriatico

“Carlo Ardini nato e sempre vissuto a Viserba, ha insegnato nella scuola elementare per trentotto anni.

Non c’è altro da esibire nel curricolo della sua vita”, scriveva nel risvolto del suo romanzo “La pesca reale”, pubblicato nel 2001.

Una prosa decisamente piacevole e curata, la sua, con molti riferimenti, più o meno velati, a personaggi, luoghi e avvenimenti della nostra Viserba.

Il racconto “Sic transit”, ad esempio, ci porta indietro di diversi decenni, forse un secolo. La spiaggia, le ville, i loro ricchi ed eleganti proprietari, la servitù, i pescatori…

Due personaggi di questo racconto, la signora e la giovane cameriera, potrebbero benissimo essere le due figure che camminano sulla spiaggia viserbese in una delle tante fotografie d’epoca presenti nell’archivio de l’Ippocampo.  Viste di spalle: la padrona in accappatoio chiaro e lunghi capelli sciolti sulle spalle, la ragazza al suo servizio con la divisa nera, il grembiulino bianco e l’involto con le cose della signora.

Sì, sono proprio loro: la spregiudicata “femme fatale”, emule di Lady Chatterley,che va incontro al suo Olinto e la ragazzotta “agghindata con grembiule di satin nero, crestina e pettorina”.

Buona lettura!

Sic Transit Continua a leggere