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Prossimamente su questo schermo: “La cementificazione di Rimini Nord non si ferma all’ex-Corderia”.

Ancora in situazione di stallo causa black out domestico, utilizzo il webmaster Doruchan per postare “a distanza” (lei è a Roma, raggiungibile tramite email, possibilità che l’internet point pubblico mi dà, grazie a Dio).
Torno a parlare dell’ex Corderia di Viserba, ancora oggetto di dibattito (decisamente acceso, con lancio incrociato di coltelli, verrebbe da dire) in Quartiere, segnalando il bell’articolo di Michele Marziani sul suo blog Appunti di viaggio.
Sulla trasformazione della zona di Rimini Nord, in questi ultimi 10-15 anni oggetto di un’edificazione selvaggia, ho scritto pagine intere su Il Resto del Carlino e su Il Ponte. Purtroppo altre ne verranno: proprio in questo periodo sto preparando un’inchiesta su tutti gli altri progetti che sono ancora sulla carta, quasi tutti già approvati, che aggiungeranno cemento a cemento.  

La questione della nuova fotografia di questo quartiere implica più di un problema. Primo fra tutti la mancanza di infrastrutture e di servizi: asili, scuole, centri aggregativi, piazze con panchine per gli anziani, strade adatte all’aumento esponenziale del traffico. Ci si chiede anche chi comprerà tutti questi appartamenti. Pare infatti che ci sia un po’ di crisi di mercato: scorrendo le pagine degli annunci, si capisce che l’offerta già ora supera la richiesta (prezzi molto alti, dicono).

Last, but not least: questa era una zona a vocazione turistica, “produttiva”, in tal senso. Voglio dire che pensioni, alberggi, negozi davano lavoro a centinaia, forse migliaia di donne e uomini. Ora, con la trasformazione in “dormitorio” del quartiere, anche le strutture alberghiere tendono a virare rotta, preferendo appendere l’insegna di “residence”. Tradotto: meno turisti e conseguente cancellazione delle opportunità lavorative.
Vorrei avere una macchina del tempo per vedere come sarà la mia Viserba fra dieci anni. Avrò quasi l’età della pensione, mi piacerebbe essere già nonna. Mi chiedo se ci saranno spazi (e la possibilità fisica) per uscire di casa spingendo un passeggino senza mettere a rischio l’incolumità, se ci sarà qualche parco ombreggiato dove fermarsi a chiacchierare con le altre nonne, un luogo dove incontrare altre persone e fare attività culturali (non le solite partite a carte e i valzer dei centri anziani di oggi, per favore!).
Potrei anche pensare di cambiare città, ma temo che il problema sia condiviso quasi ovunque…

Eccomi. Ci sono ancora!

Una settimana senza connessione Internet? Non poteva capitarmi di peggio.
A parte le cause (Adsl, Telecom, guasti veri o presunti, grrr!!!!!!!!!!), mi ritrovo in piena crisi d’astinenza, col marito che minaccia un pugno in testa.
“Così, almeno sentirai meno male, cara Cri. ”
In attesa di riprendere possesso delle facoltà – mentali e connettive – medito e vi invito a meditare su questo decalogo che mi inviò tempo fa l’amico Kikko.
A presto, cari lettori…

Se riuscirò a sopravvivere ad un solo altro giorno (così ha promesso il tecnico) di black out mediatico.

Ti rendi conto di vivere nel 2007 quando…

1. Per sbaglio inserisci la password nel microonde.

2. Sono anni che non giochi a solitario con carte vere.

3. Hai una lista di 15 numeri di telefono per contattare i tuoi 5 familiari.

4. Mandi e-mail alla persona che lavora al tavolo accanto al tuo.

5. Il motivo per cui non ti tieni in contatto con i tuoi amici e familiari è che non hanno indirizzi e-mail.

6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c’è qualcuno che ti aiuta a portare dentro la spesa…

7. Ogni spot in tv ha un sito web scritto in un angolo dello schermo.

8. Uscire di casa senza cellulare, cosa che hai tranquillamente fatto per i primi 20, 30 (o 60) anni della tua vita, ora ti crea il panico e ti fa tornare indietro per prenderlo.

10. Ti alzi al mattino e ti metti al computer ancora prima di prendere il caffè.

11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi per sorridere. : ) ) :> :->

12. Mentre leggi tutto questo ridi e fai Sì con la testa.

13. Sei troppo occupato per accorgerti che su questa lista manca il punto 9.

14. E ora… sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9… E ora stai ridendo da solo