Sara e Pino, chef da leccarsi le dita

Da qui a lunedì… c’è n’è di tempo!
A tutti i buoni propositi, si sa, si dà il via di lunedì. Anche alle diete.
Ho quindi ancora due giorni a disposizione per approfondire la conoscenza dell’offerta gastronomica delle ultime Feste dell’Unità della storia. Potrò poi riprendere nel fine settimana a Riccione e Coriano, quelle che, mi pare, concludano la stagione provinciale riminese.
Il mio post del 20 agosto sui ravioli di Lagomaggio, che secondo il mio palato sono il must dell’estate, ha provocato qualche reazione, come si può leggere nei commenti, ed è stato citato nel sito ufficiale dei Ds di Rimini fra una disanima dell’andamento congiunturale del turismo locale e alcune note di un assessore comunale sull’abusivismo commerciale.
Argomento fuori posto? Nient’affatto.
La serietà e l’abnegazione con cui migliaia di volontari “comuni cittadini” lavorano nelle cucine e negli altri settori delle feste è probabilmente uno dei pilastri del partito (non solo di questo, naturalmente, perché tale disponibilità si riscontra pure negli altri schieramenti…).
Dopo aver intervistato, ieri sera a Santarcangelo, due di loro, mi viene da pensare che se anche i “politici di mestiere” mettessero in ciò che fanno lo stesso entusiasmo, le cose  in Italia andrebbero molto meglio.
Rane in umido avevo promesso al gentile commentatore Mauro e rane in umido ho gustato.
Dieci e lode è il mio voto. Buone come quelle di Poggio Berni e di Canonica, impossibile fare una classifica.

Quando però mi hanno presentato la cuoca addetta alle rane (in un ristorante vero si chiamerebbe “chef capo partita”), ho scoperto l’arcano: Sara Gazzotti, settantasette anni portati alla grande, è una chef itinerante e queste tre feste sono sotto la sua attenta giurisdizione. Da cinquant’anni, si badi bene!

La ricetta non l’ha voluta rivelare (anche perché un giovane assessore l’aveva appena avvisata di “non allargarsi troppo coi giornalisti…”), ma ha specificato che si tratta di “rane in guazzetto”, piatto insegnato dalla mamma che ”lavorava al mare, nei ristoranti più famosi”. Qualche ingrediente speciale? Peperoncino, salvia, aglio e rosmarino… Anche Tonino Guerra è fra gli estimatori della “rane in guazzetto” di Sara: ogni tanto un’amica santarcangiolese arriva su fino a Pennabilli per portargliene un po’.
Scoperto anche il segreto delle famose “lumache in umido” delle tre feste già citate (per la cronaca, quest’anno, essendo stata una stagione poco piovosa sono già esaurite e a Santarcangelo pochi fortunati le hanno potute mangiare fino a metà settimana). Il “re delle lumache” (così fu acclamato negli anni ’80, quando a Rimini si tenne la Festa Nazionale) è l’ottantenne Pino Gnoli, il marito di Sara. Anche lui “lavora” nelle cucina delle feste da cinquant’anni.
Che faranno Sara e Pino l’anno prossimo?
“Ma, forse questo è proprio l’ultimo – rispondono – Abbiamo cominciato come comunisti e negli anni abbiamo cambiato nome diverse volte. Finire la carriera come democratici? Bah, vedremo…”
E io, le “rane in guazzetto” della Sara dopo dove le vado a mangiare?

Un pensiero su “Sara e Pino, chef da leccarsi le dita

  1. Luca

    Mi spiace per le rane non ti posso proprio aiutare, se era per le trofie col pesto ma per le rane proprio no…….anche se proprio in questi giorni qui vicino c’è la sagra delle rane

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