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La cucina di Cristella: oggi cassoncini con le erbe di campagna

“E’ la stagione giusta per una bella passeggiata in campagna, con coltellino e cesto al seguito, per raccogliere le erbe commestibili.”

Beh, lo confesso: questo è rimasto, per ora, solo uno dei tanti “buoni propositi”. Ma avendo da tempo in mente un progetto culinario del sabato ben definito (cioè, avete presente quando una, stressata dal lavoro d’ufficio della settimana, nel week end si rilassa pulendo casa e cucinando a più non posso?), le erbette le sono andate a comprare dal mio amico Andrea, il fruttarolo poeta di Viserba.

Già scelte, una bella sportina piena. Sono solo da pagare, lavare e cucinare.

Quindi, attrezzata con tulìr, s-ciadùr e parananza, ecco che mi sono rilassata preparando per il web i miei “cassoncini romagnoli di primavera“.

 

 

 

 

 

 

Premetto che, rispetto alla preparazione dei classici cassoni (che uno da solo è una porzione che fa cena) si impiega un po’ più di tempo. Si tratta, infatti, di una versione mignon, adatta anche per aperitivi o merende della tradizione.

Come mostrano le foto ho usato due farciture diverse: una con le erbe e l’altra con pomodoro e mozzarella. Ma le varianti possono essere altre: salsiccia e patate, erbe e formaggi, eccetera eccetera.

Certo che il classico dei classici, quello che ricorda il sapore di mamma e di infanzia, rimane quello con le erbe di campagna e con solo rosole.

Ecco, dunque, la mia ricetta, documentata con foto.

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Ah, questi viserbesi! Vogliono contare, ma non… farsi contare

Mi appello al diritto del giornalista di non svelare la fonte dell’informazione ricevuta e vengo presto al dunque: il 31 gennaio è l’ultimo giorno utile per consegnare i moduli del censimento.

E, sapete quale zona di Rimini è – fino ad ora – fra le più restìe ad “ottemperare”? Sì, la nostra bella Viserba.

Sulle motivazioni si potrebbe discutere per giorni, approfondendo storia, geografia, demografia e sociologia.

Ma, visti i tempi ormai brevi, Cristella lancia ai lettori un piccolo appello. Forza: non è difficile, costa nulla (anzi, sono previste sanzioni per chi non lo fa!), se si ha qualche incertezza i rilevatori incaricati dal Comune danno una mano (e sono pure gentili, fra di loro alcuni cari amici…).

Capito, viserbesi vecchi e nuovi?

Per saperne di più, ecco il sito del Comune di Rimini.

 

Scanzonata filosofia riminese. “Par piasér: ch’la m ne màza un chél!”

INTERNO GIORNO

Viserba di Rimini. Pomeriggio d’autunno nella sala d’aspetto del medico di famiglia. Stanza in ombra, dal soffitto basso. Aria stantia e pesante. Scomode seggiole addossate ai muri. Scaffaletto con vecchie riviste.

Tutti i posti occupati: tre o quattro signore di mezza età, due anziani con la cartella delle lastre in mano, un ragazzo di colore, un rappresentante del farmaco con la borsa di pelle d’ordinanza.

Cristella entra. Continua a leggere

Personaggi di Viserba: il dottor Lazzarini

Da “Pro-memoria a Liarosa (1979-2009)” di Elio Pagliarani, Marsilio 2011.

Il dottor Lazzarini, il papà di Masseo, della Cocca e di altri tre o quattro figli, ci appariva una figura  singolare per molti e svariati motivi: magrolino, canuto, curvo quasi avesse la gobba (e invece si era rotto due costole cadendo in una notte di gelo che era accorso in bicicletta in un cascinale un po’ sperduto, al capezzale di un contadino), aveva sempre la sigaretta in bocca, visitava con la sigaretta pendula sulle labbra adoperando molto presumibilmente solo un fiammifero al giorno perché accendeva sempre la nuova sigaretta con la cicca della precedente. Doveva avere abbastamza inferno in casa, e la moglie sempre pronta alle liti più rumorose e plateali, anche se aveva in casa le file dei malati, e ci teneva che la chiamassero contessa. In effetti, il dottore aveva ancora un fratello o cugino di guadia nobile in Vaticano, e i Lazzarini, d’origine marchigiana, erano stati fatti conti la bellezza di alcune centinaia d’anni fa, mi pare. Io lo osservavo la mattina, che prendeva sempre il treno con noi, perché era anche medico delle ferrovie, e osservavo con interesse e ammirazione, quasi golosamente potrei dire, che ogni giorno si comprava un gran pacco di giornali, anche stranieri, francesi, inglesi, finché fu possibile, e comunque sempre anche “L’Osservatore Romano”.

Borsanìra, Fis-ciòun, Maza cris-cèn e gli altri: ma che curiosi, i soprannomi di Viserba e Viserbella

Ma tu non sei il nipote di…

Articolo pubblicato su Il Ponte del 23 ottobre 2011

Iniziata quasi per scherzo nell’estate 2010, la raccolta dei soprannomi di Viserba e Viserbella ha superato ogni aspettativa. Si tratta di un progetto dell’associazione culturale Ippocampo (laboratorio urbano della memoria), nata per mantenere vive le caratteristiche del territorio che col tempo rischiano di essere dimenticate. Luoghi, storie, tradizioni, ricette, personaggi più o meno famosi.

Consapevoli che in Romagna quando si parla di persone e di famiglie si deve passare dai rispettivi soprannomi, i soci di Ippocampo stanno esplorando questo aspetto.

Per il momento la ricerca è circoscritta alle zone di Viserba e Viserbella.

Come s’è svolta l’indagine?

“Abbiamo invitato i nostri concittadini a raccontarci i soprannomi di famiglia chiedendo anche le motivazioni, la provenienza territoriale del casato, i mestieri dei nonni e dei bisnonni – rispondono gli ‘ippocampini’ – Siamo stati presenti coi nostri elenchi al banchetto settimanale durante il mercatino estivo organizzato dal Comitato Turistico in piazza Pascoli. La gente arrivava anche con foto di famiglia e racconti, arricchendo così il nostro archivio che, in parte, stiamo mettendo a disposizione sul sito www.ippocampoviserba.it. Ma ci siamo mossi anche con mezzi più tecnologici, proponendo la ricerca su Face Book.”

Ridendo e scherzando l’elenco è arrivato a circa 300 soprannomi, molti dei quali arricchiti da notizie prese da libri di autori viserbesi o ascoltate dalla viva voce dei testimoni della memoria.

“Per ora li abbiamo semplicemente elencati in ordine alfabetico. Ma in futuro, sponsor permettendo,  vorremmo ricavarne un libro, con approfondimenti e divagazioni varie.”

Ecco una carrellata veloce sui soprannomi più noti e curiosi: Baiuchèla, Continua a leggere