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La tartaruga Quarto e le alici di Rolando: Viserba è anche questo

La prendo alla larga, ma vedrete che in chiusura ci sarà da leccarsi i baffi…

Domenica 31 luglio, ricevuto un invito speciale da Rolando (il marinaio/cuoco che già aveva partecipato in prima linea alla rievocazione della pesca alla tratta del 22 giugno), Cristella  non è potuta mancare ad un altro appuntamento che si è tenuto sulla battigia del Bagno 37, a Viserba.

Si trattava della restituzione al mare di una tartaruga “caretta caretta” che era stata curata alla Fondazione Cetacea. Continua a leggere

Le ricette di Cristella: sardoncini tiepidi in insalata

Ricetta molto semplice, adatta come antipasto o secondo.

Si puliscono i sardoncini, togliendo teste e lische, e si aprono a libretto.
Si lavano velocemente in aceto di vino rosso.
Una volta scolati ed asciugati, vanno conditi con un filo di olio di oliva, sale e pepe.
Si stendono in una teglia, senza bisogno di metterli in fila, e si passano nel forno già caldo. Cinque-dieci minuti al massimo.
Nel frattempo si prepara un’insalata con radicchio, scarola e cipolla fresca tagliata sottile.
Tolti dal forno i sardoncini, si uniscono all’insalata, aggiungendo un buon aceto rosso.

Il caldo del pesce abbraccia la verdura fresca: il risultato è un piatto tiepido che sprigiona profumi da acquolina in bocca…

Se poi si mangiano in mezzo a una bella piada riminese piegata a metà….hmmmm!

Buon appetito!

In dialetto si dice…

Sardòn
Ittiol. acciuga, alice (Engraulis encrasicolus).
Della famiglia degli engraulidi, vive in branchi. Raggiunge la lunghezza di 18-20 cm., ha il corpo slanciato ed è di colore verde-azzurro sul dorso ed argenteo sul ventre. Questo pesce turchino è fra i più comuni, e a buon mercato, dell’Adriatico, ed è nato per morire… arrostito sui carboni. Ma lo si prepara anche per la conservazione sotto sale. La stagione migliore è da gennaio a marzo.

Gianni Quondamatteo, Dizionario romagnolo ragionato (Tipolito La Pieve, Villa Verucchio 1982)

 

Un dolce in tinta per la Notte Rosa riminese: il porcospino di Cristella

Peccato non aver avuto un bimbo come aiuto pasticcere: preparare questo dolce è un divertimento.

Altro vantaggio, in una giornata calda come quella di oggi, è il fatto che non richiede cottura.

Si tratta della versione del tutto personale di un dolce classico che, semplicemente, prevede il caffè al posto dell’alchermes. Niente di più attuale, visto che il “porcospino di Cristella” è dedicato alla Notte Rosa che fra due giorni colorerà tutta la Riviera Romagnola, Viserba compresa.

Unico aspetto critico: è una bomba calorica. Vabbè, quando si parla di dolci…

Ecco la ricetta. Continua a leggere

Come una favola: i nonni raccontano ai nipotini la tratta viserbese

Pesca alla tratta a Viserba. 4 settembre 2010

Eccoli: Rolando, Neri, Italo e gli altri. Sorridenti e orgogliosi, coi capelli bianchi che mettono in evidenza l’abbronzatura, i calzoni rimboccati, la cintura col crocco stretta in vita e le lunghe reti da tirare in gruppo nell’ondeggiare ritmico scandito da una voce che li guida.

Sono solo alcuni dei bravi nonni, esponenti storici della marineria viserbese, che mercoledì pomeriggio, dalle 15, regaleranno un sipario sul passato mettendo in scena sulla spiaggia dei bagni 37 e 38 di Viserba la tipica pesca “alla tratta”, metodo in uso fino a una cinquantina di anni fa e poi non più permesso. Spettacolo offerto ai turisti ma, soprattutto, ai propri nipotini. Continua a leggere

Una télaragna, un pidriùl ad sàida…

Questa la devo raccontare.

Qualche mese fa insieme ad alcune amiche sono andata a cena al ristorante La Sangiovesa, a Santarcangelo. Oltre a proporre un menu della tradizione romagnola, il luogo, ideato e progettato con l’aiuto del “solito” Tonino Guerra (scrivo così perché ultimamente Tonino è molto presente in questo blog) contiene diversi oggetti di arredamento, libri, opere del poeta. Anche le tovagliette di carta gialla poste sotto al piatto di ogni commensale riproducono le sue poesie. Presa dall’atmosfera romagnola, ho voluto far bella figura con le amiche iniziando a leggere ad alta voce i versi scritti sulla tovaglietta della mia vicina. Tutto bene: non ricordo quale fosse, ma era un testo piuttosto breve.

Poi passo a quella sotto al mio piatto: una poesia che non conoscevo, sebbene sia stata pubblicata nel 1976.

Ebbene, ormai avevo iniziato e non potevo interrompermi… Ma più andavo avanti, più le “ragazze” mi guardavano con aria stupita e i vicini di tavolo ancora di più. Insomma, in un modo o nell’altro sono riuscita ad arrivare alla fine.

Ma sicuramente la mia faccia era diventata rossa, che più rossa non si può!

Eccola. Buona lettura 😉

Cantèda Vintiquàtar

La figa l’è una telaragna Continua a leggere