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L’infézna della Barafonda

Infézna.

Confesso: questa parola riminese non la conoscevo ancora; l’ho imparata una decina di giorni fa da Grazia Nardi, un’amica residente a San Giuliano, “il Borgo” di Rimini.

Grazia e altri riminesi (borghigiani e non) hanno appena creato l’associazione Infézna, che vuole valorizzare San Giuliano Mare (zona conosciuta anche come “la Barafonda”).

“Un’area che ha vissuto un grande rilancio con la nuova darsena – dicono – ma che necessita di ulteriori cure.”

La prima opera tangibile della nuova associazione è stata la realizzazione di tre murales, dipinti dagli stessi artisti riminesi che avevano decorato il borgo San Giuliano – nella parte posteriore di tre case che si affacciano sul Marecchia – e che hanno come tema il mare e la vita dei pescatori. I murales sono arricchiti da poesie in dialetto.

Intanto chiariamo cosa significa infézna… (“La scelta del nome non è casuale”, dice Grazia).

Secondo il Dizionario Romagnolo Ragionato di Quondamatteo, dicesi infézna: “sembianza, aspetto, immagine: le caratteristiche che contraddistinguono un volto, una persona. Avé l’infézna, averne l’aspetto, le sembianze; l’ha l’infézna de su pòri ba, è la copia di suo padre, è tutto suo padre.
Te d’ dis ch’l’è un tòc d’putèna?La m’aveva un pò d’infézna! Dici che era una puttana? Mi pareva che ne avesse l’aspetto! Avé ‘na brotta infézna, avere una brutta cera. Di uno che capisce poco: l’ha l’infézna de sumar (ha l’aspetto del somaro). Non mi ha l’aria, non ne ha l’aspetto, si traducono con un m’ha l’infézna!”

A chi volesse approfondire il legame fra i murales e la città di Rimini (c’è di mezzo Fellini, come poteva mancare?) consiglio la lettura di questo interessante articolo di Luca Vici, pubblicato sull’ultimo numero di Chiamami Città.

Una passeggiata estiva nel Borgo, magari in bicicletta, significa respirare un’altra aria. Una Rimini che pochi conoscono.

un murale felliniano al Borgo San Giuliano

Stelle Michelin a modo mio

piatti in attesa...

La Raspelli delle “Feste dell’Unità”.

Sì, lo so che non si chiamano più “dell’Unità”. Lo so che ora si tratta di “Feste del Partito Democratico”. E so anche che io non mi chiamo Edoardo Raspelli e non posseggo la sua grande esperienza giornalistico-gastronomica (sulla stazza, quasi ci siamo; sulla golosità e la voglia del mangiar bene, pure…).

Insomma, ieri sera Paolo ed io abbiamo iniziato il nostro tour estivo alla scoperta dei sapori più buoni delle Feste del Partito Democratico della nostra zona. Anche se è cambiato il nome, la formula è la stessa: tantissimi volontari di ogni età bardati con parananza e cappellini da cuochi che dedicano le loro ore libere, magari prendendosi anche periodi di ferie dai rispettivi lavori, per animare le kermesse di partito che continuano a richiamare tantissima gente.

Ieri siamo stati a Canonica, frazione di Santarcangelo di Romagna, ai confini con Savignano sul Rubicone. Ecco la panoramica, al nostro arrivo: i parcheggi strapieni, la musica folk proveniente dall’orchestra romagnola attorniata da centinaia di ballerini, lo stand della pesca benefica (“ricchi premi, siore e siori!”), il bar, la gelateria e…. la zona ristorante.

“Alla Canonica si va per la trippa”, così afferma una coppia di amici che ogni anno ritroviamo a tutte le feste, sabato dopo sabato.

Allora? D’obbligo, anche per noi, ordinare la famosa trippa della Canonica, servita caldissima con un’abbondante spruzzata di buon parmigiano grattugiato.

Hmmm! Confermo al cento per cento il giudizio riferito: la trippa a casa non si cucina tutti i giorni (anzi, ad essere sincera, io non la faccio proprio mai) e quindi, se la devi mangiare una volta all’anno, tanto vale cercare la migliore!

Curiosa come sono, mi sono fatta indicare dagli organizzatori i cuochi addetti alla trippa (di solito in queste feste ci sono persone che si occupano di un piatto in particolare – ricordate il post dell’anno scorso sullo stesso argomento?).

Gli esperti della trippa sono due “esperte”. Anzi, due giovani e belle arzdore: Maurizia Balducci (casalinga) e Giuliana Morandi (lavoratrice agricola). Ho incontrato Maurizia mentre si rilassava ascoltando walzer e mazurke dell’orchestra di turno. Giuliana, invece, non ho potuto intervistarla, poiché troppo impegnata in pista a ballare col suo cavaliere.

“Cuciniamo almeno 30 chili di trippa al giorno – ha spiegato Maurizia – Il sabato e la domenica anche di più. La ricetta? Quella imparata da mia nonna. Garantita, dunque. Gli ingredienti sono i classici: chiodi di garofano, cannella, sedano, carote, cipolla, pomodoro, aglio, buon olio, limone. Il segreto, forse, sta comunque nell’ottima qualità della materia prima: la trippa viene infatti acquistata dagli organizzatori della festa sempre nello stesso posto, un fornitore di fiducia di Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena.” Applausi per Maurizia e Giuliana.

Ah, come in tutte le recensioni gastronomiche che si rispettino, ecco i prezzi: in due, ordinando due piatti di tagliolini al sugo di pesce (veramente ottimi pure questi!), due secondi, due piadine e un litro di acqua, abbiamo speso 25 euro.

Tavolone di legno e piatto di plastica? Ma chissefrega, quando i sapori sono più che “degni di nota”…

Per chi volesse provare trippa, tagliolini e le altre specialità, ecco la notizia più importante: la brigata di cucina della Canonica va anche in tournée: sono loro, infatti, i cuochi di tutte le feste del Partito Democratico della zona di Santarcangelo.

Ecco i prossimi appuntamenti (con i miei consigli – provati – sulle preferenze gastronomiche di ciascuna festa):

27-29 giugno Rimini Celle (insalata di pesce fredda)

10-13 luglio San Martino dei Mulini

18-27 luglio Rimini Comunale c/o Parco Ausa (pizza in forno a legna)

25-27 luglio Poggio Berni (rane in guazzetto)

6-10 agosto San Vito

7-11 agosto Rimini Lagomaggio (ravioli al sugo di pesce)

14-17 agosto San Giovanni in Marignano

21-25 agosto Bellaria-Igea Marina (spiedini del pescatore)

22-31 agosto Santarcangelo di Romagna (tutti i piatti: la festa dura 10 giorni e c’è tempo per assaggiare tutto)

27-31 agosto Riccione

5-7 settembre Coriano


N.B.: come si capisce, le mie preferenze vanno sul pesce (i gusti son gusti), quindi ogni segnalazione su altre specialità che non ho citato sarà benvenuta.

Buon appetito!

commercialista e ragioniere capo (Giovanni e Paolo): qualcuno alla cassa dovrà pur starci, no?

Questa di Azzurrina è la storia vera. Forse…

ritratto di Azzurrina

Favola, leggenda o verità? Mah, chi lo sa?

Una cosa è certa: nel Castello di Montebello, situato su un aspro roccione nel territorio di Torriana (prime colline sopra Santarcangelo), visibile anche dalla Riviera, nella notte del solstizio d’estate si rivive una storia di fantasmi e misteri.

Ogni 21 giugno (non tutti gli anni, si dice, bensì ogni lustro, cioè negli anni che finiscono con “zero” e “cinque”)… “durante il temporale la bambina farà sentire la sua voce”.

Così dice la profezia (leggenda?) legata a Guendalina, figlia di Uguccione Malatesta,

Nel solstizio d’estate del 1375, quando fuori infuriava il temporale, la bimba scomparve nei cunicoli della Fortezza. Il suo corpo non venne mai ritrovato.

In quei giorni Ugolinuccio era impegnato in una violentissima battaglia contro i Montefeltro. La figlia, Guendalina, è impegnata nel gioco con una palla fatta di stracci. Alla sua difesa Ugolinuccio, personaggio severo e feroce, lascia due guardie. Queste non devono far altro che assecondarla senza mai perderla di vista. Le guardie ci riescono fino ad un certo punto. Il temporale che nel frattempo è scoppiato avvolge con un manto d’oscurità il Castello rovesciando sulla campagna attorno pioggia, fulmini e tuoni.

Una corsa più lunga e la palla rotola verso la grotta in cui, solitamente, si conserva il cibo. Azzurrina cerca di raggiungere il giocattolo. Un passo, due, poi, sotto gli occhi delle guardie sorprese e spaventate, Guendalina scompare con un grido. Il silenzio torna ad inondare sale e stanze della Fortezza.

Anche le ricerche dei giorni successivi non danno mai esito. Nemmeno una traccia della bambina. Vero, non vero che le guardie furono condannate a morte per aver fallito nel loro compito?

Guendalina e i suoi capelli tinti con estratti di erba erano stati consegnati alla storia – leggenda.

Un tentativo di testimoniare il ritorno di Guendalina nella notte tra il 21 e il 22 giugno del 1990 venne organizzato da una troupe dlla trasmissione Rai “Sereno Variabile”. In quei giorni i microfoni ultrasensibili piazzati per ascoltare anche un solo batter d’ali incisero sul nastro magnetico risate di bimba, battiti cardiaci e dodici nitidi rintocchi di campana, sebbene tutt’attorno nessuna chiesa, anche parecchio distante, avesse mai suonato.
(notizie tratte da “Il borgo di Montebello”. Marco Valeriani, Grazia Bravetti Magnoni, ed. La Stamperia Rimini, 1996).

In seguito altre troupe e gruppi di studiosi indagarono in vario modo. In ogni caso, i proprietari del castello organizzano visite guidate, anche notturne (per chi non  teme i fantasmi).

Ma perché la bimba veniva chiamata Azzurrina?

Come detto sopra, Guendalina era albina e aveva i capelli bianchi. L’albinismo, nel medioevo, era fonte di sospetto e paura. Le sue caratteristiche somatiche non erano viste con simpatia e per questo fu accusata di stregoneria e destinata ad una morte atroce. Per farla sopravvivere e darle una speranza i genitori non le permettevano l’uscita dal castello. Preoccupati per il futuro della figlia e per proteggerla da tali infamie, decisero di tingerle i capelli con una sostanza a base di erbe, che scuriva i capelli, ma che al contatto della luce emanava dei riflessi azzurri. Così che, tutti iniziarono a chiamare la bambina con il nome di Azzurrina.

Oltre al sito ufficiale del Castello di Montebello, che invito a visitare (il sito e il Castello), cercando in rete sono incappata anche in siti paurosissimi che parlano solo di fantasmi, di presenze demoniache e di voci dall’oltretomba…

Non è mia intenzione portare i lettori su queste strade. Piuttosto, volevo semplicemente “giocare” con una curiosa leggenda della mia terra.

Buona estate, dunque!

Aghi e fili anche sotto l’ombrellone

abili mani impegnate coi fuselli

In spiaggia si va per prendere il sole, si va per giocare, per fare il bagno, per stare con gli amici, per leggere un bel libro sotto all’ombrellone…

Ma si può andare anche per imparare tutti i segreti del ricamo.

Succede a Riccione. Al Bagno n. 58 Cristina e Paola, due giovani signore che ho conosciuto qualche mese fa, quest’estate propongono i corsi di merletto e ricamo del Laboratorio Talea.

Durante l’inverno Paola Paglierani e Cristina Notore, che mi hanno raccontato la loro avventura in punta di ago e filo durante un’intervista per Rimini In Magazine, di solito insegnano in ambienti raccolti che assomigliano alle case d’una volta, quando ci si ritrovava fra vicine e amiche per sferruzzare insieme. È stato un piacere ascoltarle mentre spiegavano ad allieve a volte più anziane di loro i vari passaggi del ricamo a treccia di Savignano e delle altre tecniche quali il macramè, il chiacchierino, il merletto a fuselli e i mille punti del ricamo classico, dal più semplice al più elaborato.

La luce speciale degli occhi e il tono delicato della voce dicono che Cristina e Paola hanno realizzato un sogno, facendo della loro passione un’idea imprenditoriale. Dall’incontro fra le due giovani signore è nata infatti l’idea di creare il Laboratorio Tessile Talea, che oggi organizza corsi di vario livello aperti a chiunque voglia imparare i segreti del ricamo, arte ultimamente molto rivalutata anche dall’alta moda internazionale. Le classi sono variegate: non solo casalinghe di una certa età, come verrebbe da pensare, ma anche giovani professioniste, impiegate, studentesse…

Con aghi, matassine, telai, tomboli, navette e fuselli, le due signore si spostano fra diverse sedi: a Bellaria sono presso la Biblioteca, ospiti del Centro Sociale Altamarea; a Riccione, grazie alla collaborazione di alcune docenti e del preside Franco Raschi, fanno tappa all’Istituto d’Arte Fellini. A Rimini, dopo un periodo alla Sala degli Archi del Comune, si sono trasferite in piazzale Bornaccini, dove la Consigliera alle Pari Opportunità della Provincia, Leonina Grossi, ha messo a disposizione una saletta molto accogliente.

Ma una delle più belle location è certamente la Locanda dei Fattori, nel suggestivo contesto di Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli, dove sembra davvero di essere tornate indietro, nella Romagna di cento anni fa! Il loro ambizioso obiettivo? Riprendere il cammino di sviluppo e di evoluzione di un aspetto di grande interesse della cultura popolare locale.

Paola Paglierani, 42 anni, bellariese, ha imparato i primi segreti del ricamo da mamma e nonna e si è perfezionata alla scuola di merletto “Il fusello” di Antonia Busi, a Cesena. Qui ha conosciuto Cristina Notore, oggi sua socia, 36enne riminese residente a Riccione. Cristina ha frequentato l’Istituto d’Arte di Pesaro, dove ha avuto il colpo di fulmine con i fili, facendo le prime esperienze con le varie tecniche di tessitura.

Chi le volesse contattare, può fare riferimento a Cristella, che sarà felice di “annodare i fili” della comunicazione.

Ma no, che non m’annoio…

jazz e swing per le strade di Rimini

Se dovessi esprimere un desiderio, oggi, sarebbe quello di avere il dono dell’ubiquità.

Per almeno una settimana a Rimini ci sono manifestazioni ed eventi ai quali non vorrei assolutamente mancare.
Innanzitutto, la musica. E che musica!

Questa sera inizia infatti l’ottava edizione di Jazz & Swing Rimini 2008, il festival internazionale di Jazz che proseguirà fino al 18 giugno. Serate all’aperto, a partecipazione gratuita, in uno dei luoghi più suggestivi della città: piazzale Fellini, accanto all’ingresso del Grand Hotel.

Proprio questa sera c’è l’evento di punta dell’intero festival, con l’esibizione dell’American All Stars. Una formazione unica, assemblata appositamente per questa manifestazione e composta da solisti di spicco dell’attuale scena dixieland, che darà vita a un concerto spontaneo, una vera jam session basata sui temi classici del jazz di New Orleans e Chicago. Alla guida della formazione, il nostro Lino Patruno.

Sempre questa sera, ma a partire dalle 19 e fino a tarda notte, il gruppo Jazz Tre Uomini e una Susy (composto da Susanna Zecchini, voce; Stefano Pagliarani, piano; Franco Mongiusti, contrabbasso; Luca Picari, batteria) farà musica al Caffè delle Rose, elegante locale a pochi passi da piazzale Fellini. Interessante l’accompagnamento… (te pareva che non si parlasse di mangiare???) con degustazione di vini e prodotti locali realizzata in collaborazione con la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini.

Questi incontri musicali (in piazzale Fellini e in vari luoghi della città, compreso il famosissimo Bagno 26 di Fabrizio e Gabriele) proseguiranno quotidianamente fino al 18 giugno. A ritmo sostenuto, è il caso di dirlo!

Domani 12 giugno, invece, sempre a Rimini, inizia la maratona storico-culturale del Festival del Mondo Antico, una “quattro giorni per navigare in un arcipelago di piccoli e grandi eventi, oltre 150, costruiti per quanti sono interessati alla conoscenza della nostra storia remota, ma anche a quella di civiltà lontane”.

La Rimini romana, fra le altre cose, scoperta qualche metro sotto quella di oggi.

Non vorrei perdere neppure gli incontri (…comprese le degustazioni e le “rustide”…) collegati all’evento “Sul ponte dei miracoli”, che si terrà venerdì 13 e sabato 14 a San Giuliano, praticamente alla sinistra del porto canale, il lato dei marittimi più umili, i pescatori (la riva destra del porto, invece, è riservata ai più “raffinati” marinai per diporto). Nel ricordo dell’amico Davide Farinella.

L’occasione è la festa di Sant’Antonio da Padova (riminese a pieno titolo, come ho già scritto in un precedente post), di cui quest’anno ricorre il 777° “dal Die Natalis”. Il luogo della festa è a pochi metri da quello del miracolo della “predica ai pesci”.

Fra concerti, stand gastronomici, spettacoli pirotecnici, regate veliche e gite in motonave, da segnalare le mostre fotografiche (sulla marineria storica e sull’ex corderia di Viserba, quest’ultima curata dall’amica Maria Gabriella Piccari), la pittura “en plein air”, e il mercatino artistico.

Se nei prossimi giorni non aggiornerò costantemente il blog, quindi, saprete dove cercarmi!