ESTERNO GIORNO. VISERBA.
Un caldissimo pomeriggio d’inizio estate. Due giovani collaboratori della nuova Frutteria “Da chi Zuclòn”, seduti all’ombra a uno dei tavolini del giardino, stanno meditando dubbiosi di fronte ad un grande cartello. Pennarello in mano, vedono passare Cristella e non perdono l’occasione.
“Cri – chiama Angelo – ci puoi dare una mano?”
Come rifiutare la richiesta d’aiuto di un bel giovanotto? Ma che vorrà mai?
“Vorremmo scrivere una cosa in dialetto, ma non siamo sicuri”.
“Proviamo. Com’è la frase in italiano?”
“Abbiamo i cocomeri più buoni”.
Beh, la prima risposta è tutta cesenate: “Avém i combàr piò bòn”.
E, invece, Cristella ha dimenticato, per un attimo, che qui siamo a Viserba e la lingua della mamma va sostituita con quella, acquisita, della suocera. ‘Còmbar’ u’n và bén, suona un po’ stonato.
Seduta poco distante, che si gode uno dei freschi e colorati aperitivi della Frutteria, c’è a portata di voce la mamma del Re Consorte, Malvina. Riminese doc, la bionda signora conferma ad Angelo: “us dìs avém i còmbri piò bòn!”
Visto, si stampi! Il cartello ora fa la sua bella figura di fronte al locale e richiama i passanti accaldati. Perché, con ‘sti caldi… una bella fetta ad còmbri l’è propri quèl cu’i vò.
Ma, vogliamo approfondire l’argomento, in stile Cristella? Continua a leggere