
Se domani qualcuno passasse in piazza Tre Martiri, in pieno centro storico a Rimini, potrebbe imbattersi in una scena per certi versi somigliante a uno dei quadri cittadini dipinti da Federico Fellini nel film “Amarcord”.
Nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, si usa ancora portare i propri amici a quattro zampe al Tempietto del Bramante per la tradizionale benedizione da parte dei frati Paolotti.
Certo non ci sono più le contadine che arrivano dalla campagna con polli, conigli e oche. Oggi si tratta quasi unicamente di delicati amici a quattro zampe, i “soliti” gatti e cagnolini, con alcune eccezioni dettate dall’originalità di qualche bambino (di qualsiasi età).
Al di là del significato religioso-popolare che dura nel tempo e a cui evidentemente molte persone tengono ancora in particolar modo, mi piace collegare gesto e luogo al brano che trascrivo qui di seguito, tratto da “La mia Rimini”, dove Fellini, coi suoi ricordi di ragazzo, offre un racconto molto coinvolgente, dalla forte carica erotica.
Lo ammetto, saranno le parole che usa Fellini, sarà il flash back sulla scena del film (nel video di Youtube che linko, la scena “incriminata” è al punto 2.10), ma a me la descrizione delle ‘baffone’ romagnole che salgono sulla sella della bicicletta piace “in modo particolare”, pur essendo donna.
Scrive Fellini:
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