Sghétul e gatòzli

Essere o non essere, this is the question.

Si, vabbé, lo so che i problemi del mondo sono ben altri, lo so. Se guardo i notiziari di oggi, poi, inorridisco ascoltando notizie di violenze urbane e familiari…

Ma io ora, in questo preciso momento, qui, medito su un dilemma fondamentale… E non so dire perché mi son fissata su tale “question” . Che sia proprio per non pensare ai mali del mondo?…

Dunque: a Rimini/Viserba, luogo in cui abito da 27 anni, il solletico è detto “e’ sghétul” (usato per lo più al singolare), mentre a Gatteo a Mare/Cesenatico, dove ho vissuto prima, si chiama “al gatòzli” (usato più spesso così, plurale femminile). Eppure ci sono solo una ventina di chilometri di distanza… Boh, chissà?

“T’an me fé gnènca un sghétul” (non mi fai neanche un solletico), si dice all’amico o nemico che ti stuzzica.

Allora? Av salùt!

Un pensiero su “Sghétul e gatòzli

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