Tante donne e due artisti per la mia preziosa coperta

C’era una volta…

Nonna Elisa Tamburinonna elisani, nata alla fine dell’ottocento, che in una casa della campagna riminese tesseva senza sosta al telaio di legno allora presente in ogni famiglia. Ordito di cotone acquistato al mercato, trama di ruvida canapa coltivata nel campo dalla famiglia, macerata nel laghetto del podere, essiccata al sole, battuta e gramolata, pettinata e, finalmente, filata nelle buie sere d’inverno durante le veglie al caldino della stalla.

malvina ragazza

Negli anni Quaranta la nipotina di Elisa, Malvina, ricevette come dote un torsello di quella tela.

Rotolo che rimase in un baule fino a due anni fa, quando Malvina, ormai grande e pure lei diventata nonna di due principesse, lo regalò a sua nuora Cristella.

Pierina, la mamma di Cristella, bravissima a ricamare e a lavorare d’uncinetto, ebbe un’idea: “Perché non ne ricaviamo un bel copriletto?”

mamma che saluta

E si mise subito all’opera: gomitoli di bel filo ritorto color senape si trasformarono presto in strisce a punto filet, che sarebbero diventate gli intermezzi e i bordi del copriletto. Strisce molto semplici, ma non per questo meno preziose.

La stoffa, nel frattempo, prese la strada per Gambettola, cittadina romagnola famosa patria delle stampe a ruggine, metodo antichissimo per abbellire le tele. L’amico Riccardo Pascucci propose a Cristella uno dei decori più attuali, le farfalle di Tonino Guerra, artista dalle mille sfaccettature che da anni collabora attivamente con l’Antica Bottega Pascucci.

tonino guerra farfalle

Il torsello, tagliato in tre strisce della stessa lunghezza, venne così abbellito con alcune farfalle colorate, che in parte riprendevano il colore del lavoro all’uncinetto di mamma Pierina.

Era la primavera del 2007. Pierina si ammalò improvvisamente e le sue mani non poterono più creare i centrini e i ricami come era solita fare. Ebbe però il tempo, sul letto dell’ospedale di Cesenatico, per fare una dolce carezza alle stoffe appena ritirate da Pascucci e portatele appositamente da Cristella per fargliele ammirare. Un orgoglio speciale nello sguardo e nel sorriso stanco.  Orgoglio per quella figlia che, grazie a Dio, apprezzava come lei le cose semplici nate dal grande genio delle persone umili, la bellezza degli oggetti creati dal lavoro delle persone, il valore dell’onesto sacrificio indispensabile ad ottenere qualsiasi cosa.

Era un mercoledì di maggio, di pomeriggio. Cristella ricorda benissimo quel giorno. Il sole entrava dalla finestra della stanza d’ospedale e illuminava le farfalle di Tonino Guerra su quella tela candida.

La domenica successiva, appena quattro giorni dopo, Festa della Mamma, il grande cuore di Pierina si fermò per sempre.

Ma la storia della coperta doveva continuare…

Come in un passaggio ereditario tele e strisce, ancora non assemblate fra loro, finirono nelle mani di Teresa, la sorella maggiore di Cristella, che ora era la più “vecchia” della famiglia. Con ago e filo, Teresa appuntò i pezzi e rifinì il tutto con un leggero bordino.

“Ogni punto, un pensiero a lei”, confessò poi alla sorellina.

coperta farfalle

Ecco, questo è il risultato del lavoro e dell’amore di tante donne romagnole: Elisa, Malvina, Pierina, Teresa, Cristella (e magari continuerà con le principesse Cinzia e Dora). C’è anche lo zampino di grandi artisti quali Tonino Guerra e Riccardo Pascucci, se vi sembra poco.

Che dire? Se qualcuno mi proponesse di comprare questo copriletto non saprei quantificare la cifra.  Milioni? Miliardi? Il suo valore è inestimabile! Quindi, per essere sicura di non sbagliare, la tengo per me!

Però, un augurio speciale alla mia sorellona Teresa, che proprio oggi compie 63 anni, posso farlo, vero?

5 pensieri su “Tante donne e due artisti per la mia preziosa coperta

  1. danda

    Più un oggetto racchiude in sé l’arte di abili mani, famose o non che siano, tanto più il suo valore è inestimabile. Anche se queste mani appartengono a persone che non sono particolarmente care. A me per esempio piace acquisire oggetti che mi ricordano un posto, ma mai di fattura industriale! Voglio vedere i volti delle persone che li hanno fatti, sapere la loro storia, conoscere le tecniche. Quindi immagino quale sia per te il valore di questo fantastico copriletto!

  2. m.grazia

    ciao cri! questa è un’arte perduta e la penso come te….tienilo caro, è bellissimo!! ricordo sempre con affetto la tua mamma: quando penso a lei, per me è la “romagnola doc”!!
    Anch’io conservo una camicia da notte di lino che la mia nonna ha ricamato per la sua dote. Non è perfetta, ma a me piace tantissimo e la conservo con cura, anzi quest’estate l’ho usata e ci ho dormito benissimo!
    salutami tutta la famiglia, un bacione…

  3. irishpeople

    è bello che al mondo oggi, pieno di consumismo e voglia di buttare subito un oggetto per comprare quello più “moderno”, ci siano persone come te, cara Cristella, che si emozionino per quello che a molti potrebbe apparire soltanto un “oggetto”…conservare oggetti così ricchi di ricordi è un modo meraviglioso per far sì che chi ci ha preceduto, ci ha amato, continui in qualche modo a vivere insieme a noi ogni giorno. Hai proprio ragione a dire che questo copriletto non ha prezzo, non c’è cifra che possa mai compensare il poter avere con sè ogni giorno un pezzo della propria vita: anche quello che a prima vista può sembrare il più insignificante.

  4. Pingback: A Gambettola “I colori che ridono” | Il blog - Maria Cristina Muccioli

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