E la botta d’orgoglio, quando arriva?

“Sostiene un amico: Rimini è più ‘eterna’ del Vaticano: praticamente immortale. Veniamo da più  lontano e andiamo più lontano. Sfidiamo il tempo. Ci reinventiamo sempre la vita. Inossidabili. Sopravviviamo una volta ai barbari, una volta alla caduta dei Malatesti, una volta alla guerra, una volta alle alghe. L’orizzonte è la storia. Del resto, se ci fermassimo alla cronaca, addio.In questa ci impantaniamo benissimo. Non c’è un partito della città. Non c’è un disegno condiviso (si dice così, oggi?) di sviluppo. Che è un modo raffinato per dire che la classe dirigente, pubblica o privata che sia, di maggioranza o di opposizione che sia, non ti sa dire, in coro, dove si debba andare. E’ sempre stato così. Ma non è un problema, non lo è mai stato. Si deve per forza sapere dove andare? Da noi si potrebbe dire, paradossalmente, che andiamo ‘dove ci porta il garbino’. E non è un modo per buttarla in giornalismo o peggio.”

Silvano Cardellini scrisse “Una botta d’orgoglio” nel 2003. Le sue parole (“non c’è un disegno condiviso…”) vedevano lontano. Che disegno c’è sulla nostra città? Un mega-iper-centro commerciale intasato dalle automobili, probabilmente: l’appuntamento è per il 9 giugno, ma le prove generali sono state fatte anche nei giorni scorsi, quando la pioggia e qualche cantiere stradale hanno fatto saltare i nervi a turisti e residenti.

Peccato che Cardellini da quasi tre anni non sia più tra noi: com’era sua abitudine, avrebbe tirato delle belle frecciate, ai concittadini “classe dirigente”… Insomma, questa “botta d’orgoglio”???

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