Le sorgenti e i silenzi di Cesare

Sorgenti.

“Ogni volta che ci si accinge a partire si guarda la sorgente. Ti rivolgi indietro come per accertarti che quell’acqua che ti ha cresciuto, ancora sgorghi! Ti basta un’occhiata, solo per dire a te stesso “ancora è viva”. Lo sai in cuor tuo, di doverla perdere per sempre, lo sai eppure ti rivolgi indietro, come fece Orfeo con la sua amata Euridice cercando di ridarle la vita, nella speranza di averla ancora al suo fianco.

La sorgente, non bisognerebbe mai guardarla per accertarsi razionalmente che esiste. E’ preferibile avvertirla, sapere che ci sgorga alle spalle anche quando non si ode più il suo gorgoglìo, come fosse uno zaino che si porta dietro la schiena, camminando. Proprio quella divinità protettrice, la quale – come ricorda Eraclito – non si mostra né si nasconde, ma si avverte perché ti fa cenno…

Per questo non saprò mai da dove provengo, quale sia la forma della mia fonte originaria, il pertugio da dove sono sgorgato. Mi basta avvertirne la frescura”

No, non sono cose scritte da Cristella… Magari!

Cesare Padovani

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: questo brano è tratto dal libro “Paflasmòs, il battito del Mar Egeo” di Cesare Padovani, grande intellettuale riminese che fu amico di Pier Paolo Pasolini.

Il professor Padovani è un grande viaggiatore. Non ci sono ostacoli – fisici e mentali – alla sua ricerca, alla curiosità, al desiderio di scoperta.

Paflasmòs è un vocabolo onomatopeico che restituisce lo sciabordio del mare: accompagna il lettore tra odori, rumori,visioni e anfratti di sapienza della Grecia meno conosciuta, per scorgerne il tragico vigore antico, ma anche il pigro dormiveglia delle attese.

“Com’è patetico essere ricordati perché si è stati delle brave persone, o coraggiose, o magari entusiaste della vita, oppure per essere un ‘bell’esempio da imitare’ per chi si lamenta di tutto. Non lo sopporto proprio, questo tristissimo retaggio dell’ottimismo, che mi appiccicano addosso, solo perché sorrido di tutto, o quasi.

Non è un viaggio, questo che racconto, per sentirmi dire ‘bravo!’, non è neppure una sfida, perché a me le sfide non piacciono e poi non mi interessano: posso dire invece che sia un dialogo, un parlare con me stesso, continuato per ore, giorni, anni, e quasi sempre in silenzio. Sento che il silenzio mi fa da protesi, mi fa da sostegno, è il mio bastone: mi è vitale quanto una sosta per riprendere fiato, per capire meglio dove mi trovo.”

Post scriptum di martedì 26 maggio: notizia in anteprima cortesemente inviata da Cesare Padovani.

Sabato 20 giugno, alle 11.30, nell’ambito del Festival del Mondo Antico che si terrà a Rimini, presso la Cineteca Comunale il prof. Ennio Grassi presenterà CESARE PADOVANI e il suo Paflasmós, viaggio nell’anima della Grecia.

Verrà proiettato un breve video di immagini scattate da M. Giovanna Milani e saranno letti alcuni brani tra i più suggestivi tratti dal testo, dove l’autore costruisce una rapsodia di luoghi inattesi alternati da riflessi interiori profumati dal mito.

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