Righe, intrecci e scarabocchi. C’est la vie, Madame

U i’e di dé che l’umour e va so, dal volti e va un pò zò…

Me a ne sò, a qué l’è tòt invrucié: dal volti um pè ad fé di gran scarabòcc…

Ci sono dei giorni in cui l’umore va su, delle volte va un po’ giù…

Non so, qui è tutto ingarbugliato: delle volte mi pare di fare dei gran scarabocchi.

Una delle poesie più note di Tonino Guerra si intitola “I scarabòcc” (gli scarabocchi)

Come scrive Carlo Bo nella prefazione alla raccolta dallo stesso titolo, in questi versi c’è, in sintesi, tutta la vita essenziale della poesia di Guerra: ‘una riga lunga e qualche intreccio, ecco una definizione perfettamente valida del suo lavoro’.

Fino al prossimo post, vi lascio alla lettura della poesia di Tonino Guerra…

I scarabòcc

Quèst l’è al murai

e quèst l’è i scarabòcc

ch’a féva da burdèl

se’ calzinaz,

da ménda ch’ò tachè

andè dri me’ braz

par fè una réiga lònga

e quélc invròcc.


Quèst l’è al murai

E quest l’è i scarabòcc.

Gli scarabocchi

Questi sono i muri

e questi gli scarabocchi

che facevo da bambino

col calcinaccio,

da quando ho cominciato

a seguire il braccio

per fare una riga lunga

e qualche intreccio.

Questi sono i muri

e questi gli scarabocchi.

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