Anche a Rimini la solitudine… (e l’indifferenza)

Non è la prima volta e non succede solo a Rimini.

L’altro ieri, richiamati dal cattivo odore, i vicini di casa si sono decisi a chiamare i Vigili del Fuoco. Che venissero a controllare… L’anziano vicino dalle abitudini un po’ strane in effetti non si vedeva in giro da un sacco di tempo.

E’ vero che viveva così solo e rintanato che lo avevano soprannominato “il sepolto in casa”. E’ vero che lo si vedeva uscire, di notte o all’alba, quando, zitto zitto, andava nei giardinetti a svuotare il secchio dell’urina. E’ vero che la spesa la faceva sì e no una volta al mese, che indossava sempre gli stessi abiti e le stesse scarpe, che nessuno lo andava mai a trovare…

“Avevamo chiamato i servizi sociali del Comune, – dicono ora i vicini – ma lui non ha fatto mai entrare in casa nessuno. Quando vennero le assistenti sociali non aprì la porta, fingendo di non esserci.”

Ottant’anni, dicono che fosse uno scrittore e un giornalista. In casa aveva impilato carta su carta, fasci di giornali e libri fino al soffitto. Né acqua, né luce, né riscaldamento.

Ma come si lavava? Cosa mangiava? Come viveva?

Non mi capacito: non è possibile che questo succeda al centro della mia città, con famiglie che abitano nello stesso stabile, divise solo da un muro largo una spanna. Non è possibile che nel 2008, a Rimini, una persona possa vivere in questa solitudine.

E morire così, ritrovandone quel che resta dopo due, tre, chissà quanti mesi…

4 pensieri su “Anche a Rimini la solitudine… (e l’indifferenza)

  1. Milvia

    Che desolazione, Cristella… Queste notizie (e ogni tanto si sentono) mi fanno venire un nodo allo stomaco. Mi chiedo come sia possibile che una persona possa vivere così dimenticata (ma anche dimentica) dal/del resto del mondo. Penso che nella loro lunga vita, dato che in genere si tratta di anziani, avranno pure conosciuto altri individui, provato passioni, avuto speranze…Mi chiedo sempre cosa sia poi accaduto…
    Ma a parte questi interrogativi che non possano avere risposta, è davvero vergognosa l’indifferenza di chi non si accorge, non si vuole accorgere di cose che accadono a un metro di distanza…
    Un abbraccio con tristezza, Cristella.
    Milvia

  2. Mauro

    Credo che questa solitudine, questa impossibilità di essere visti ci interroghi tutti nel profondo. Perchè non riesco a incontrare lo sguardo dell’altro? Perchè non riesco a fermarmi, a cambiare ? A condividere un sentimento piccolo, semplice, autentico, la compassione per la nostra umana, comune, sorte?
    Mi sento in colpa.

    Grazie per avermi fatto riflettere questa mattina.

  3. Luca

    bè noi provinciali una volta ci potevamo vantare di conoscere tutto e tutti, ma ormai anche qui è tutto cambiato ci siamo cittadinizzati anche noi

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