T’ci propri un invurnìd!

Tornando a casa dall’ufficio in sella alla mia bicicletta elettrica, oggi pomeriggio avevo la testa fra le nuvole – come capita abbastanza spesso – e pensavo alle due settimane di ferie che mi attendono…

Disegnato al centro del centro della città di Rimini (l’antica piazza del Foro, oggi piazza Tre Martiri) da qualche anno c’è un grande sole. Ogni volta che passo di lì, come gesto forse scaramantico, ho la mania di voler tagliare il sole esattamente a metà (un po’ come quando, camminando, cerco di non calpestare le righe fra le mattonelle…).
Insomma, per farla breve: distratta com’ero, ho rischiato di investire una coppia di anziani signori che, a biciclette appaiate, tagliavano il sole nell’altro verso.
Os-cia, ac invurnìda!”, mi ha gridato dietro uno di loro, quello che ad una prima occhiata sembrava ancor più rintronato della sottoscritta.
Invurnìd, invurnìda: chi frequenta un romagnolo avrà già sentito questo termine.
E’ un po’ come pataca, non facile da tradurre tutto d’un colpo.
Secondo Friedrich Schurr (professore austriaco che si specializzò nello studio del dialetto romagnolo), l’etimologia di questa parola deriva dal latino volgare ebrionia (da cui deriva pure il toscano sbornia e il francese ivrogne).
Gianni Quondamatteo, nel suo Dizionario Romagnolo Ragionato, spiega: “invurnìd significa stordito, intontito, istupidito, sciocco, tonto, tardo. In molti casi senza commiserazione alcuna, ma con un pizzico di rabbia, di cattiveria. Sa sit invurnit oz? (Sei invornito, oggi?) dici quando trovi un lavoro malfatto. Se gli autori sono più d’uno, invece, J è na squedra d’invurnìd! (Sono una squadra di invorniti). Di una persona anziana dici: ormai l’è bèla dvènt invurnìd (Ormai è quasi diventato un invornito).”

Per fortuna i freni della bicicletta hanno funzionato. Altrimenti, i giornali di domani titolerebbero:

Con la testa fra le nuvole oscura il sole della piazza
Invornita di mezza età investe due attempati pataca
Tutti i particolari nella pagina degli spettacoli


Oltre che invornita, pure curiosa: qualcuno sa come si traduce in altre lingue e in altri dialetti?

6 pensieri su “T’ci propri un invurnìd!

  1. Shaindel

    “Tornando a casa dall’ufficio in sella alla mia bicicletta elettrica”

    Una cosa che mi ha colpito molto della tua città e che mi è piaciuta tantissimo 😀 Vedere tutti quanti, ma soprattutto i vecchietti, girare in bicicletta :mrgreen:

    Buona domenica 🙂

  2. Cristella

    Carissima Shaindel, “ieri ero un po’ addormentata”… forse volevi dire in po’ “invurnìda”? Sì, hai ragione, qui – ancora – si riesce ad usare la bici. Anche se bisognerebbe migliorare la rete delle piste ciclabili…
    La mia città mi piace, se non s’era ancora capito!
    Quando verrai in Italia, facci un pensierino: ti devo ancora far vedere (e assaggiare) la pasta col ragù “vero”.

  3. Luca

    Giusto Priny! abelinou che arriva direttamente da belìn noto intercalare genovese il pene da cui u l’ha faetou na belinata ha fatto una stupidaggine………
    Anche “nesciu” potrebbe essere usato anche se la traduzione letterale sarebbe senza sapore “u l’è nesciu” non sa di nulla , viene usato anche per una persona poco intelligente una che dice cose poco interessanti

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