Ma a lei, signora, cosa manca?

Ho appena aggiunto nei miei link preferiti il blog della Principessa sul Pisello, una bella ragazza che vive nel regno della Valscrivia.

Come Regina Cristella, l’ho incontrata solo pochi giorni fa in uno dei miei peregrinare in rete e mi ha subito incuriosita. Scrittura ironica e leggera, ogni tanto ti stordisce con un bell’affondo.

Intanto, per conoscerla un po’ anche voi, leggetevi questa cronaca (vera) di una normale e tranquilla giornata nel suo castello, Villa Arzilla.

Ciao, principessa Marina. Come nelle migliori cartoline: “baci da Rimini”. 

“Come vi ho già detto, qui a Villa Arzilla (per le puntate precedenti vd. nelle categorie), c’è sempre un gran via vai: studenti di musica che vengono un po’ da tutto il mondo per studiare canto con mio padre e mia zia, amici miei, amici e parenti dei miei genitori e, naturalmente, infermiere e medici per me. In queste due categorie si annoverano i più disparati elementi: l’oculista che mi porta i libri da leggere, il dietologo che mi parla d’arte e di Genoa, il dermatologo che sentenzia “tutti dobbiamo morire” e le espertissime e affettuose infermiere del servizio sanitario che mi portano peluche e buonumore. Proprio da una delle infermiere, in una fredda nevosa giornata, mi arrivò il seguente sms: “oggi ti porto un medico giovane e bello”. L’occasione era ghiotta e, nonostante il cuore irrimediabilmente impegnato, non potevo mancare al gustoso invito: cambio di camicia e di pannolone, passando dalla versione ascellare a quella baby, pettinata veloce, zaffata di profumo e occhio, quello ancora buono, languido. Ora, come avrete capito, la maggior parte dei medici che mi frequentano, viene, più che altro, per farsi una cultura medica, poiché io sono una sorta d’enciclopedia vivente per la quantità di sfighe e di patologie che assommo. Il Dottor F., effettivamente raro esemplare del genere maschile, assai affascinante e simpatico, dichiarò subito, bontà sua, di essere venuto solo per conoscermi (che, in poche parole vuol dire che voleva vedere da vicino la “rarità”medica!) e per sapere se avevo bisogno del suo aiuto, occupandosi lui di “terapia del dolore”. Provvedendo io, immantinente, a fare i debiti gesti scaramantici, sotto le coperte, sbattendo il mio occhio buono, scrivendo sul pc, lo rassicurai che, per il momento, non soffrivo di dolori e che, in ogni caso, lo avrei tenuto presente. La gaia conversazione si spostò poi su altri argomenti, allietata dalla presenza dei miei genitori e dalle due garrule infermiere, una delle quali, sicuramente, invaghita del doctor (stile E.R). Preso dalla foga della sua conversazione e affascinato dalla sua stessa voce, il novello Gorge Clooney, si sbizzarrì  con una domanda di carattere social-altruistico che segnò la sua rovina: ” Ma a lei, signora, cosa  manca?” Il silenzio cadde sugli astanti: tutti mi guardavano sorridenti e trepidanti mentre, solo il volto di mia madre, lasciava trasparire l’orribile presentimento che solo un cuore di mamma ha.  Con calma, pregustando la mia gioia, presi a scrivere, e sul video, campeggiò la mia risposta Cosa mi manca? S-C-O-P-A-R-E!”  Il Dottor F. sta ancora ridendo…”   

2 pensieri su “Ma a lei, signora, cosa manca?

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