Viserbella: sognare il mare fra rare conchiglie e attrezzi di vecchi pescatori

Pubblicato su Rimini in, Dicembre 2006

Per chi passi in via Minguzzi, a Viserbella, è naturale lanciare lo sguardo oltre la recinzione dell’ex scuola elementare. Il cortile offre uno scorcio di vita marinara presente ormai solo nei ricordi dei più anziani o in rare fotografie in bianco e nero: la prua in quercia di un barchetto riminese degli anni ’60, una vecchia battana, due mosconi a remi, un beccaccino… E’ il benvenuto del “Museo della piccola pesca e delle conchiglie”, compreso nel circuito museale provinciale, nato grazie all’impegno dell’Associazione Culturale “E’ Scaion” (nome che in dialetto corrisponde a “ferro per le vongole”). Istituito in collaborazione con la Provincia di Rimini, il Museo è il naturale sviluppo di un articolato percorso di ricerca e conservazione durato vari anni, e tuttora in corso, focalizzato sul recupero delle tradizionali barche viserbesi a fondo piatto utilizzate per la pesca costiera (batane) e dell'attrezzatura tipica dei marinai che con esse lavoravano. La struttura. custodisce al proprio interno due importanti collezioni che si riflettono poi nell’articolazione espositiva: quella delle conchiglie e quella degli attrezzi da pesca. “Il primo obiettivo dell’Associazione - spiega il presidente Maurizio Mangianti - è valorizzare e tutelare le tradizioni del borgo marinaro di Viserbella, di derivazione Veneto-Chioggiotta.” Ed infatti qui si può effettuare un vero e proprio viaggio nel mondo dell'antica marineria, scoprendo gli oggetti usati dai marinai e dagli artigiani nella loro attività quotidiana: gli strumenti da mastro d'ascia e calafà, il menacul (attrezzo per pescare le vongole a mano vicino a riva), la marotta (finta barca dove si tenevano le anguille ad ingrassare per venderle nelle festività natalizie), il rabbio a vita per pescare sogliole e altri pesci da fondo. Il Museo possiede circa 650 attrezzi e reti da pesca da riva d'epoca, modellini in scala di imbarcazioni tipiche (battanini, marotte, trabaccoli, bozzelli), circa 400 fotografie e numerosi filmati, dal 1912 agli anni ‘60, che documentano momenti della vita marinara locale. Entrando nell’ultima sala lo sguardo viene attirato da quattro anfore romane ritrovate a Fano e dalla monumentale collezione di circa 8.000 conchiglie del Mediterraneo (la Collezione Capici” nota nei circuiti malacologici di tutta Italia), acquistata col contributo della Provincia di Rimini.
Meta di scolaresche, di studiosi e di turisti, il Museo può essere visitato in estate ogni martedì, venerdì, sabato dalle ore 21 alle 23, in inverno previa prenotazione (tel. 0541 721620 - 722185).
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