Rimini si racconta e Cristella: parole incrociate senza schema

“Sa soi? La sérva ad Zòfoli?” (cosa sono, la serva di Zoffoli?).

Chissà quante volte, in Romagna, abbiamo sentito questa frase curiosa. L’amico professore-blogger-scrittore-storico Antonio Montanari Nozzoli ne parla qui, nel suo ultimo post di Rimini si racconta, all’interno della rete dei blogger della Provincia di Rimini (di cui fa parte anche Cristella, nelle vesti di Bèla Burdèla), per spiegarne la provenienza bolognese.
Sarei curiosa di sapere se anche in altre regioni d’Italia esiste qualcosa di simile.

A corredo di quanto scritto da Antonio, ricordo solo che sono molti i modi di dire che trovano origine da nomi di persone realmente esistite.

A Rimini, ad esempio, si dice ancora “paga Palòni” (paga Palloni) o “di sò, t’an sì miga e’ fiòl d’Palòni” (di un po’, non sei mica il figlio di Palloni!) con riferimento a una delle famiglie più ricche dei primi decenni del secolo scorso.

Oppure “tàca, Bilòz!” per il fisarmonicista cieco immortalato anche da Fellini in Amarcord.

Mentre “t’è son, Barbanti?” (hai sonno, Barbanti?) richiama una storia boccaccesca realmente accaduta nell’ambiente del porto…
Palloni, Zoffoli, Bilòz, Barbanti… e via nominando.

Beh, ce ne sarebbe da scrivere! Magari aggiungeremo post di man in mano che ci verranno in mente. Ok, prof.?

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