Asanisimasa. Con Fellini da Gambettola a Rimini

Asanisimasa, asanisimasa, asanisimasa…

Cosa significa? Niente di niente.
E’ una cantilena senza senso, da ripetersi come l’abracadabra che dà la scintilla alle magie.
Tutti i film di Fellini sono pieni di parolette, trappole, scherzi, enigmi e giochi di parole. Questa, se non sbaglio, in un sogno felliniano è la tiritera ripetuta dalla vecchina nerovestita che rincorre i bambini prima di metterli a letto.

Forse era la nonna Franzchina, quella di Gambettola.
“Quand’ero ragazzino – raccontava Federico – d’estate andavo per un paio di mesi a Gambettola, un paesino vicino a Rimini. La campagna per me è stata una scoperta straordinaria. Uno scenario favoloso, un po’ magico: gli animali, gli alberi, i temporali, le stagioni, i rapporti dei contadini con le bestie, il fiume delle nostre parti (il Marecchia); perfino i delitti, selvaggi e brutali, dei contadini. C’era la nonna Franzchina, che sembrava la nonna delle favole, col viso tutto rugoso, il corpo magro però imbottito di vestiti, sempre vestita di scuro. Per punirci, con un rametto verde molto elastico, ci dava certe frustate leggere che noi prendevamo ululando in modo straziante.”
Nella campagna di Gambettola – paese natale del padre di Federico e, guarda caso, anche di mio padre – la vecchia casa dei Fellini c’è ancora. Gambettola, dunque, non è solo il paese degli ferrivecchi e delle stamperie di stoffa che tramandano l’antico metodo “a ruggine”: con la sua dinamica vita produttiva e culturale (a tal proposito segnalo il premio “Nemo propheta in patria?” che verrà consegnato il 9 novembre) è anche la prima tappa di un ipotetico Tour felliniano da farsi in Romagna e che in ogni caso porterebbe subito e di filata qui, a Rimini.
E proprio in uno dei luoghi-simbolo della nostra città, il Cinema Fulgor di Corso d’Augusto, domani sera, martedì 30 ottobre, Federico verrà ricordato a quattordici anni dalla scomparsa, avvenuta il 31 ottobre 1993.

La proiezione del film I clowns, sarà preceduta da una presentazione clownesca di Alfredo e Flavio Colombaioni, due dei quattro fratelli circensi che il Maestro scelse per il suo capolavoro sul magico spettacolo che incanta chiunque abbia uno spirito bambino. Fra avanspettacolo e clownerie varie i Colombaioni racconteranno com’è cambiata la loro arte dopo l’incontro con Fellini.
“Una serata insolita. – dice il direttore della Fondazione Fellini Vittorio Boarini – Un omaggio al Maestro, ma anche a Charlie Chaplin, di cui ricorrono i trent’anni dalla morte. Fellini amava molto Chaplin, l’aveva conosciuto e lo considerava tra i più grandi. Le analogie tra I clowns e Il circo, ma soprattutto Luci della ribalta, sono evidenti.”
Non mancherò.
Sento già l’invidia di qualcuno. Già! Abitare a Rimini ha diversi vantaggi.

Questo è solo uno dei tanti.

Post Scriptum: mi giunge ora da Roma, a “post già scritto”, la preziosa consulenza di Gianfranco Angelucci, scrittore e sceneggiatore, già collaboratore di Fellini, che precisa:

“Asanisimasa appartiene a ‘8 e ½’ in due sequenze diverse: alle terme con

la coppia di telepati e nel grande lettone della nonna a Gambettola. L’una scena rimanda all’altra.”

Grazie, Maestro Angelucci!

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