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Imma, “bambina” violentata dalla Tv dei grandi

Ma lasciatela stare, quella bambina!

Giuro che ho sofferto, come mamma e come giornalista, quando ieri (o forse l’altro ieri), il Tg3 ha mandato in onda un’intervista alla piccola Imma nel suo letto d’ospedale.

Ma si può? Chi ha autorizzato, innanzitutto? Ci si lava la coscienza con il velo che nasconde il volto della bimba? Ma come si può andare a rompere, letteralmente, e cinicamente, quei momenti che dovrebbero essere di recupero psicologico, oltre che fisico.

Una qualsiasi persona che è rimasta dodici ore sepolta sotto le macerie, che ha le ossa rotte, che ha pianto ed ha avuto paura e non sa dove sia la persona che amava forse di più (“dormiva sempre dalla nonna, perché la accudiva”, ho sentito dichiarare da un parente; notare: la bimba accudiva la nonna, non il contrario!!!).

Insomma, una qualsiasi persona adulta in quelle condizioni ha diritto ad essere lasciata in pace, ad essere coccolata, rasserenata. Tanto più se si è di fronte ad una persona di appena dieci anni (anche se, da quanto s’è capito, Imma è già “grande” da un pezzo…).

Ma con quale cuore e coscienza quel giornalista è andato lì, dentro la stanzetta dell’ospedale che dovrebbe essere off-limits, col microfono a insistere con domande inutili, capaci solo di rivoltare il coltello nel dolore? “Come ti senti, chi ti manca, cos’hai pensato?”

“Ma vaff… Te, le tue telecamere e chi t’ha fatto entrare!!!”, avrei risposto io!

Ma l’avete sentito quel sospiro di Imma? Era la risposta di una bimba/adulta. Una risposta pesante come un macigno, piena di sofferenza.

Mi auguro che per Imma sia già iniziato un percorso di aiuto psicologico. Ma, soprattutto, spero di non vederla più in Tv, anche se gli avvoltoi dei vari “show verità” avranno già fatto le loro offerte alla famiglia…

Mi appello al Garante della Privacy, al Tribunale dei Minori, al codice deontologico dei colleghi giornalisti, alla Carta di Treviso… alla coscienza personale di ciascuno.