Archivi categoria: Imprenditori

Da chi Zuclòn: il perché e il percome della nuova insegna sulla via Sacramora

Avere una pizzeria-ristorante praticamente in casa? Certo che per una che è in dieta perenne questa non è proprio la situazione migliore!

Ad ogni modo, l’apertura del nuovo locale, avvenuta in queste settimane, ha il significato di una “botta d’orgoglio” – a dirla con le parole del maestro Silvano – per Viserba e per la zona Sacramora in particolare.

via Sacramora 47 - Viserba di Rimini - tel. 0541 734737

 

 

 

 

 

 

 

Non è per interesse personale che racconto la storia dell’avventura imprenditoriale che parte praticamente da casa mia, ma proprio perché penso che in questi tempi in cui la gente guarda al futuro con incertezza e grigio negli occhi, sia veramente importante trovare chi invece ci mette del suo e si rimbocca le maniche.

Vediamo , allora, di conoscere meglio questi Zuclòn, che hanno acceso una nuova luce sulla via Sacramora. Continua a leggere

Le ubriache di canapa

“Filami, non fumami”: questo il titolo di una cena speciale a cui Regina Cristella e Re Consorte hanno avuto il piacere e l’onore di partecipare venerdì 9 settembre.

Poco più di un’ora in auto, in un caldissimo pomeriggio, per arrivare da Viserba a Jesi, in provincia di Ancona. La meta del viaggio era l’ex casino di caccia del marchese Trionfi Honorati (no, non scherzo: un nobile vero!). Ecco la conferma: i siti del Caseificio Piandelmedico e del ristorante Il Casino del Marchese, nonché la notizia dell’evento.

In poche parole. Antonio Trionfi Honorati, oltre ad allevare circa 300 fra vacche e bufali che forniscono il latte per la filiera a chilometro zero che comprende prima di tutto il caseificio diretto dalla sorella Giulia, ha deciso di tentare una nuova avventura: reintrodurre sul territorio non solo marchigiano la coltivazione della canapa finalizzata alla produzione della fibra tessile, così come avveniva in molte parti d’Italia fino alla prima metà del secolo scorso. Continua a leggere

Il Bar Dancing Sacramora nei ricordi di Malvina Tamburini

“Avevamo messo molti tavolini attorno al bar e avevamo uno dei primi televisori. Quando trasmettevano  ‘Lascia o raddoppia’ la gente di Viserba veniva da noi portandosi le sedie da casa!”

La pista da ballo del Dancing Sacramora


La signora Malvina Tamburini ricorda con un pizzico di nostalgia il periodo in cui gestiva il “Bar Dancing Sacramora”, all’interno del parco creato attorno alla pozza da cui sgorgava la famosa sorgente di acqua cristallina.

“Nel ‘49/50 la sorgente, anche se già famosa e frequentata, era un ‘coppo’ nel terreno che, allora, era di proprietà della famiglia Sarti (commercianti di stoffe in piazza Tre Martiri, dove oggi c’è il negozio Max Mara). In quegli anni i Sarti diedero in affitto questo appezzamento alla mia famiglia, che arrivava da Bellariva, come orto. Poco dopo il terreno venne acquistato da Cottarelli, un ricco medico milanese  che aveva un grande albergo a Riccione. Lui e sua moglie nel 1954 tennero a battesimo il mio primogenito, Paolo. Grande spirito imprenditoriale, il suo! Fu lui, vedendo quanta gente veniva a berla, ad avere l’idea di sfruttare l’acqua della Sacramora per l’imbottigliamento e il successivo commercio. Già a quei tempi pensava anche alla trasformazione di Viserba in stazione termale, ma le sue idee non vennero mai condivise dalle pubbliche amministrazioni a cui lui presentava i suoi progetti e neppure dai proprietari dei terreni che avrebbe voluto acquistare per realizzare il suo sogno. Il primo stabilimento aveva come unica operaia mia sorella Maria, mentre mio padre, già affittuario come ortolano, divenne il custode-factotum. C’era anche la Giuseppina Sarti, appena diciottenne, che faceva la contabile.”

La giovane Malvina Tamburini beve alla 'sua' Fonte

L’industria dell’imbottigliamento ebbe successo, tanto che pochi anni dopo, durante l’estate, vi lavoravano anche quindici persone.

“Cottarelli sostenne e incentivò la costruzione di un bar con annessa pista da ballo, che mi concesse poi in gestione – continua Malvina – A dire il vero lavorammo di badile io, mia sorella e una cameriera che avevo assunto, proveniente dalle campagne ravennati. Da sole abbiamo riempito con la terra i due fossi che c’erano (ci si pescavano le sanguisughe, che vendevamo alle farmacie). Poi abbiamo costruito un chiosco, la pista da ballo, la fontana rotonda sotto i salici piangenti. Un posto molto bello!”

Erano gli anni in cui spopolavano le orchestre, si ballava tutte le sere, la gente veniva appositamente a Viserba anche da lontano.

Il custode Augusto Tamburini inizia la costruzione del muretto della Fonte

“Avevamo due o tre camerieri. Non erano stipendiati, ma si tenevano le mance. Con questo sistema guadagnavano molto bene! Un’estate venne persino Adriano Celentano a cantare alla Sacramora! Il bar lo aprivamo molto presto, al mattino, perché c’era molta gente che veniva da Rimini per bere l’acqua. Ricordo i festeggiamenti del Millenario, nel 1957, con tantissime personalità. Venne inaugurato il bassorilievo e il dottor Cottarelli firmò pubblicamente, applaudito da tutti, un documento in cui si impegnava a permettere ai cittadini riminesi di attingere l’acqua della Sacramora nonostante lui avesse avuto la concessione di sfruttamento minerario per l’imbottigliamento. Poco dopo Cottarelli vendette ai Savioli, che trasferirono lo stabilimento più su, verso monte. Il bar l’ho gestito fino al 1958. Dopo di me l’ha avuto un altro gestore per una stagione. Poi basta. Un’avventura conclusa. Ci sono diverse cartoline che testimoniano quel periodo: le avevamo fatte stampare io e mio marito Guido. La didascalia recita: ‘Viserba, Fonte Romana Sacramora’. Sì, direi proprio che non salvaguardando e valorizzando questo luogo come meritava e come Cottarelli, nella sua lungimiranza, aveva sperato, Viserba ha perso una grande occasione!”

Intervista inviata anche all‘Associazione Ippocampo

Notizie… di prima mano

Ricordate il mio post sulle “dotazioni” di Luca Cordero di Montezemolo e di Diego Della Valle?

Bene. Non l’avrei mai sperato, ma l’appello lanciato nelle ultime due righe (scherzoso, naturalmente) è stato ascoltato. E ad alte sfere, che nemmeno potete immaginare!

Come giornalista regolarmente iscritta all’albo ho il diritto di non rivelare le fonti e non lo farò neppure sotto tortura. Per comprensibili motivi di… ehm… sicurezza coniugale, lo sa solo mio marito…

Ebbene, non vi svelo il mittente (più che attendibile, credetemi!), ma soltanto il testo del messaggio ricevuto l’altro ieri:

Da informazioni di prima mano apprendiamo che anche Della Valle è un pezzo grosso e non ha nulla da invidiare all’amico Luca.”

Su cosa l’espressione “di prima mano” voglia significare, lascio libera la vostra fantasia…

La mia risposta al messaggio?

Breve ed incisiva, come insegna il linguaggio giornalistico:

Mi fa molto piacere per lui. E per la sua partner!”

Montezemolo “il grande” in prima pagina

Ce ne sarebbe abbastanza per pubblicare un’antologia. 
Scorrendo attentamente le pagine dei giornali mi capita di notare, oltre ai titoli con gli immancabili errori di ortografia (nell’era del computer, ahinoi, non ci sono più i vecchi e cari correttori di bozze) accostamenti o giochi di parole curiosi.
Penso non sempre voluti, ma piuttosto legati al caso.
Ricordo un bel titolo a caratteri cubitali, qualche anno fa, sotto la fotografia di un assessore comunale di Rimini, oggi consigliere, che all’epoca si stava occupando di uno dei tanti motori immobiliari cittadini.
“L’affare si ingrossa!”, titolava in prima pagina il quotidiano locale più letto.
 Probabilmente sono particolarmente maliziosa, ma a me, ogni volta che incontro il tizio in questione, viene sempre da ridere…
 La stessa cosa mi è successa oggi.
Dalla prima pagina dell’edizione riminese de Il Resto del Carlino sorridono i faccioni di Luca Cordero di Montezemolo e di Diego Della Valle, ospiti del Gran Premio di Motociclismo che si terrà fra pochi giorni a Misano, a due passi da qui.
Sulla foto campeggiano due parole: “Pezzi grossi”.
Una sana risata, questa la mia immediata reazione. Proprio ieri, infatti, lo stesso giornale aveva pubblicato un articolo a firma del suo direttore Mazzuca intitolato “Lo ‘zizì’ di Luca risolleva l’Italia”. Un pezzo di colore sulle dimensioni “degne di nota” di cui è dotato il Luca nazionale, oggetto dell’ultimo gossip estivo fomentato dagli scatti rubati dal solito paparazzo.
Fotografie, titoli, vignette talvolta dicono più di lunghi articoli. La satira e l’ironia, in questi casi, sono anche più dirette ed efficaci.
Per la cronaca: nella foto del Carlino, Montezemolo, con quell’espressione un po’ compiaciuta, pare stare al gioco…  
Chissà se anche Della Valle può competere con Mister Fiat-Confindustria, come “pezzo grosso”?

Mi pare di sentire un coro di donne: “fatecelo sappé”.
O, ancor meglio: “fatecelo veddé!”