“Rimini città nuovissima”, ma è un articolo del 2 agosto 1952

L’archivio storico de La Stampa, consultabile online, offre infiniti spunti. Con la possibilità di effettuare ricerche avanzate si rischia di passare nottate intere a curiosare. Fra i tanti articoli che riguardano la nostra città, eccone uno pubblicato esattamente 68 anni fa.

“TUTTO ESAURITO SULLA SPIAGGIA ROMAGNOLA”. La guerra non aveva lasciato che rovine. L’affluenza di quest’anno oltrepasserà le 70 mila persone. Spiaggia incantevole e prezzi modici.

(Dal nostro inviato speciale), Rimini, 1 agosto 1952.

Rimini potrebbe condensare in poche parole i suoi pregi: oltre 20 chilometri di spiaggia con nove centri balneari. Ma naturalmente questo non basterebbe a rappresentare l’imponenza della sua riviera, che l’abbraccia da Miramare a Bellaria, racchiudendo Bellariva e San Giuliano, Viserba e Viserbella, Torre Pedrera e Igea Marina, e altri nomi seducenti come Rivazzurra e Rivabella. E nemmeno a rappresentare la finezza della sua sabbia, o il tenue declivio della sua spiaggia, o la delicata trasparenza della sua acqua.

Tutto è nuovo, tutto ha colori freschi e gai; oltre che della salsedine del mare e dell’aria, numerosi cantieri. La guerra non lasciò che rovine. Qui infuriarono tedeschi e alleati, gli uni con mine, gli altri con bombardamenti. Rimini subì 388 attacchi aeronavali, rimase quasi totalmente spianata; i danneggiamenti raggiunsero l’entità del 90 per cento, con una valutazione economica, riferita al 1945, di 700 milioni. In città, soltanto il 2 per cento delle case rimase intatto; dei 164 alberghi e pensioni, nessuno risultò abitabile alla fine della guerra.

Bisogna partire da questo quadro del 1945 per capire che cosa è la Rimini del 1952.

Una città nuovissima, nella parte che dà sul mare, fatta di moderni alberghi, di ville civettuole, di ampi viali, fra i pochi pini che la guerra risparmiò e i nuovi alberelli; esili e teneri come bambini con tanta voglia di crescere in fretta.

Centosessantaquattro alberghi e pensioni, prima della guerra, con 5114 letti; e 3691 alloggi con 8774 letti. E zero nel 1945. Seguiamola nella sua prodigiosa ripresa costruttiva. Un anno dopo erano già in attività 50 alberghi e pensioni con 1500 letti, e 500 alloggi con 6000 letti. Nel 1947 erano risorti 131 alberghi e pensioni con 4133 letti, e 2500 alloggi con 9500 letti. Nel 1948 si erano già superate le cifre di anteguerra: 186 esercizi alberghieri con 5750 letti, e 3200 alloggi (le case erano state ricostruite con un maggior numero di locali) con 12 mila letti.

Oggi si è arrivati a 360 esercizi alberghieri, in prevalenza pensioni, con 12 mila letti, e a seimila alloggi con 15 mila letti. L’odierna capacità ricettiva di Rimini è dunque di oltre 32 mila persone, tenuto conto di quell’abbondante 20% che sfugge alle statistiche. In proporzione aumentava il numero degli ospiti. Dai 17 mila del 1946 si è passati ai 23 mila del 1947, ai 30 mila del 1948, ai 48 mila del 1949, ai 52 mila del 1950, ai 60 mila del 1951. Di questi ultimi, più di 5 mila sono stranieri: svizzeri, tedeschi, austriaci, francesi. L’affluenza di quest’anno oltrepasserà le 70 mila persone. Le giornate di presenza, che nel 1951 furono un milione e mezzo, nella stagione in corso raggiungeranno due milioni.

Nella classifica per regioni, l’Emilia era sempre stata alla testa; quattro anni fa è rimasta battuta dalla Lombardia: 23 mila lombardi contro 18 mila emiliani. Bisogna aggiungere 3500 piemontesi (e potrebbero essere di più se fossero favoriti da comunicazioni ferroviarie rapide e dirette); e veneti, liguri, romani, napoletani, sardi. Da ogni regione d’Italia si punta su Rimini.

Oltre che alla bellezza della spiaggia, Rimini deve il suo successo alla discrezione dei prezzi. Negli alberghi di prima categoria la pensione va da 1900 a 2700 lire; in quelli di seconda da 1500 a 2000; in quelli di terza, da 1200 a 1650; e da 1000 a 1200 in quelli di quarta. Oltre, s’intende, servizio e imposte. Questi prezzi ragionevoli hanno avuto una sensibile ripercussione sulla richiesta di appartamenti. In molte ville è ancora appeso il cartello dell’affittasi. I prezzi degli alloggi sono stati tutt’altro che modici, e la gente ha trovato più convenienti alberghi e pensioni, gremendoli in modo superiore ad ogni previsione: impossibile trovare una camera libera.

A differenza di Viareggio, qui vi sono pochi stabilimenti balneari pubblici. Ogni albergo o pensione dispone sulla spiaggia di proprie cabine riservate ai clienti, ai quali vengono cedute a condizioni inferiori a quelle stabilite per gli stabilimenti pubblici. In questi, l’affitto di una cabina per un mese costa da sei a undicimila lire, e da undici a diciottomila per l’intera stagione. Un ombrellone costa da 6500 a 9500 per un mese, e da 13 a 16 mila per l’intera stagione.

Simili a queste, salvo variazioni di lieve entità, sono le tariffe praticate lungo l’intero arco romagnolo, a Cattolica, a Riccione, a Cesenatico, a Cervia, dove è pure da segnare il tutto esaurito.

Alle attrattive naturali e ai prezzi modici, Rimini aggiunge una corona di manifestazioni artistiche, sportive e mondane, con gare di velocità e di regolarità; è imminente l’inizio della stagione lirica. Dal 20 al 26 agosto si svolgerà una sagra musicale al Tempio Malatestiano, con sinfonie di Haendel, Bach, Beethoven, Liszt, Cherubini, Perosi; dal 2 al 17 agosto, la Fiera della tecnica turistico-alberghiera; il 1° agosto, ballo in onore della colonia svizzera; il 2 ballo in onore dei giornalisti lombardi; il 7 gran ballo in costuma “la moda attraverso i secoli”. E forse il preferito sarà il Settecento, il che permetterà insieme due costumi, la crinolina e, sotto, quello adamitico.

g- f-

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