Sant’Antonio: fra sacro e profano con le “baffone” di Fellini

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Se domani qualcuno passasse in piazza Tre Martiri, in pieno centro storico a Rimini, potrebbe imbattersi in una scena per certi versi somigliante a uno dei quadri cittadini dipinti da Federico Fellini nel film “Amarcord”.

Nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, si usa ancora portare i propri amici a quattro zampe al Tempietto del Bramante per la tradizionale benedizione da parte dei frati Paolotti.

Certo non ci sono più le contadine che arrivano dalla campagna con polli, conigli e oche. Oggi si tratta quasi unicamente di delicati amici a quattro zampe, i “soliti” gatti e cagnolini, con alcune eccezioni dettate dall’originalità di qualche bambino (di qualsiasi età).

Al di là del significato religioso-popolare che dura nel tempo e a cui evidentemente molte persone tengono ancora in particolar modo, mi piace collegare gesto e luogo al brano che trascrivo qui di seguito, tratto da “La mia Rimini”, dove Fellini, coi suoi ricordi di ragazzo, offre un racconto molto coinvolgente, dalla forte carica erotica.

Lo ammetto, saranno le parole che usa Fellini, sarà il flash back sulla scena del film (nel video di Youtube che linko, la scena “incriminata” è al punto 2.10), ma a me la descrizione delle ‘baffone’ romagnole che salgono sulla sella della bicicletta piace “in modo particolare”, pur essendo donna.

Scrive Fellini:

“La chiesetta dei Paolotti aveva un piccolo tempio a forma di battistero, staccato dalla costruzione principale, dove, ogni tanto, le ‘baffone’ portavano gli animali per farli benedire dai frati. Si chiamavano ‘baffone’ per la peluria dorata o bruna che visibilmente ricopriva il labbro e il polpaccione sodo, guizzante. Noi, fuori, contavamo febbrilmente le biciclette accatastate contro il muro della chiesa per sapere quante ‘baffone’ erano venute giù. Da un fanalino rotto, da un pedale senza gommino, da certi aggeggi fabbricati in casa e applicati con spranghe e spaghi ai manubri, sapevamo se dentro la Cappella c’era anche la ‘baffona’di Santarcangelo, coi capelli rossi, che portava il maglione ‘argentina’, senza reggipetto sotto; o le due sorelle di Santa Giustina, quadrate e spavalde, che si allenavano per partecipare al giro d’Italia. La bicicletta, che solo a vederla ci faceva battere il cuore svelto svelto, era quella della gattaccia di San Leo, una gladiatrice torva e possente, con un gran nuvolone di capelli neri, gli occhi fosforescenti come i leoni, ti guardava lenta, indifferente, senza vederti. Sbirciavamo ansiosi dentro il tempietto risonante di belati, starnazzamenti, ragliacci. Finalmente le ‘baffone’ uscivano coi polli, le capre, i conigli, e montavano in bicicletta. Era questo il grande momento! I musi appuntiti delle selle infilandosi rapidi come sorci tra e sottane scivolose di satin nero lucente, scolpivano, gonfiavano, facevano scoppiare, in uno scintillio di riflessi abbaglianti, i più bei sederoni di tutta la Romagna. Non si faceva in tempo a goderseli tutti; molti esplodevano contemporaneamente, a destra a sinistra davanti di dietro, non potevamo girare come trottole: un minimo di contegno dovevamo pur conservarlo, e questo ci costava molte perdite. Fortunatamente, alcune ‘baffone’ già sedute sul sellino restavano ancora un po’ a chiacchierare tra loro, un piede a terra e l’altro sul pedale, inarcavano la schiena, dondolandosi con movimenti vasti e lenti come le onde del mare al largo; poi, il polpaccio dorato si gonfiava nella prima faticosa pedalata, le ‘baffone’ se ne andavano salutandosi a gran voce, qualcuna già cantava, tornavano in campagna.”

Tratto da “La mia Rimini”, Federico Fellini (a cura di Renzo Renzi), Cappelli, Bologna, 1967.

4 pensieri su “Sant’Antonio: fra sacro e profano con le “baffone” di Fellini

  1. stefano

    se c’è qualcuno che ancora non sa spiegare cosa è l’erotismo, la sensualità – eccolo servito! –
    …Da buon maschietto riminese ma anche attento all’ecologia invoco a viva voce: “uomini ma soprattutto donne, andate in bicicletta!”

    Perdonami Cristella ma è il “birro” che non sono mai stato che ha preso il sopravvento. Ciao. Stefano

  2. mcm Autore articolo

    A Stefano: adesso mi toccherà aggiungere al dizionario romagnolo il termine “birro” (anche se è pur vero che viene usato in altre regioni)…

  3. mcm Autore articolo

    A Princy: oggi pomeriggio vado all’inaugurazione della mostra dei disegni di Fellini! Poi ti racconto.

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