Le cose che piacciono a me: “curarsi a casa dopo il trapianto di cellule staminali”

Sono quelle cose di cui speri di non aver mai bisogno.
Ma sapere che qualcuno ci ha pensato rasserena il futuro non solo mio e dei miei cari, ma di tutti i miei concittadini (e dintorni).
RiminiAIL,l’associazione contro le leucemie, linfomi-mieloma della provincia di Rimini, per la quale curo il notiziario RiminiAIL Notizie, sostiene il progetto. Ecco il mio articolo apparso sull’ultimo numero del giornale, quello natalizio, distribuito in tutte le piazze insieme alle tradizionali Stelle di Natale AIL durante lo scorso fine settimana.


Dal 1° ottobre di quest’anno una nuova figura specialistica è entrata a far parte del team sanitario che opera presso l’Ematologia dell’Infermi. Si tratta della dottoressa Giulia Tolomelli, giovane ematologa proveniente dall’Istituto Seragnoli di Bologna, ora operativa presso l’ospedale riminese grazie al sostegno finanziario di RiminiAIL.

La dottoressa Tolomelli si occupa in maniera specifica di un progetto, altamente innovativo, che cambierà la vita a molti pazienti e alle loro famiglie: “Gestione in follow-up dei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali (HSCT) da donatore”.

Questa denominazione forse troppo specialistica si può tradurre in poche parole: meno viaggi, meno disagi, meno spese e meno stress per chi ha subito un trapianto di cellule staminali.

Il progetto di RiminiAIL, suggerito e coordinato dai medici dell’Ematologia riminese guidati dalla dottoressa Patrizia Tosi, garantisce ai pazienti del territorio riminese e delle zone vicine – che ora devono recarsi a Pesaro o Bologna anche per i controlli post operatori – l’assistenza di un medico ematologo specializzato (la dottoressa Tolomelli, appunto).

Le visite, i prelievi e i controlli saranno tutti effettuati in ospedale a Rimini, mentre prima occorreva recarsi ai Centri Trapianti di Pesaro o di Bologna presso i quali sono stati operati, così come succede in tutt’Italia, almeno una volta a settimana e in certi casi anche quotidianamente.

Il progetto riminese è all’avanguardia. La gestione globale del paziente trapiantato viene migliorata attraverso una più rapida ed efficace capacità di risposta ai problemi clinici, rendendo necessaria una visita al Centro Trapianti solo ogni 30 giorni nei primi tre mesi e più di rado nei mesi successivi.

Il risvolto positivo consiste innanzitutto nell’aspetto psicologico ed emotivo per i pazienti trapiantati, persone estremamente fragili sia a livello fisico che psichico a causa dell’alta intensità della cura a cui vengono sottoposti.

Senza dimenticare i disagi per la famiglia, che sempre desidera il meglio per il proprio caro e viene necessariamente coinvolta “in toto” nel percorso di malattia, cura e guarigione.

Buon lavoro, Giulia!

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