Cachi o kaki? Dolci o salati? Comunque buoni!

Coi lori frutti colorati addobbano le piante, dai rami ormai privi di foglie, tanto da farle sembrare alberi di Natale nei giorni di festa. Li vediamo nei campi e ai lati delle strade, spesso anche in città. Sembrano sentinelle solitarie di una natura altrimenti grigia.
Crescono senza bisogno di qualcuno che li curi. Chiedono solo che qualcuno si ricordi di cogliere i loro pomi al momento giusto. Altrimenti, se ignorati, passato un po’ di tempo, si arrangiano e… plaf… li lasciano cadere ai loro piedi.

Parliamo di frutti veramente di stagione, abbondanti, dalle nostre parti: i cachi (Diospyros kaki), detti anche kaki.


Originari dell’Asia, vennero introdotti in Europa alla fine del diciannovesimo secolo. Si raccolgono, in ottobre e novembre, quando non sono ancora maturi: la polpa è dura e il sapore astringente (i làpa, cioè allappano e allegano i denti).

Maturano completamente, diventando dolcissimi e gustosi, una volta staccati dalla pianta. Per accellerare la maturazione, vanno conservati insieme ad alcune mele, distesi in una cassetta bassa, possibilmente al buio.

Oltre che come frutto per una sostanziosa merenda o a fine pasto, i cachi si prestano come base per diverse preparazioni dolci.

Ma la versione più intrigante, assaggiata alla tavola di un’amica appassionata di cucina, li vuole conservati in agrodolce, proposti come saporito contorno a carni o pesci.

Fanno bella figura anche come antipasto, adatti a stuzzicare l’appetito… se qualcuno ne avesse bisogno.

Ecco la ricetta.

Cachi in agrodole.

Ingredienti: 1 Kg di cachi acerbi (di colore giallo e dal frutto ancora duro), 1/2 litro di aceto di mele, 2 decilitri di olio di oliva, 100 grammi di zucchero, 5 grammi di sale, uno spicchio d’aglio, una foglia di alloro.

Preparazione: togliere i noccioli ai cachi e tagliarli a fettine alte 3 mm circa.
Portare a bollore l’aceto con lo zucchero, sbollentare i cachi per un paio di minuti, scolarli e disternderli sopra ad un canovaccio per farli asciugare (per circa un paio di ore).

Una volta asciutti, condirli in una terrina con sale e aglio e alloro tritati.

Quindi disporli a strati ben pressati in vasetti sterilizzati e condire ogni strato con un trito di aglio e alloro (qualcuno preferisce l’origano). Alla fine coprire tutto con l’olio. Chiudere ermeticamente e conservarli in luogo fresco e asciutto.

Alla prima occasione tirateli fuori e… buon appetito!

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