Gulmàz, almadìra o falàsc: combustibile a costo zero.

Si andava a garavlè anche sulla spiaggia. Non grappoletti d’uva, né olive cadute in terra o spighe rimaste solitarie.

In questo caso si raccoglieva “e’ gulmàz“. Che, in quel di Gatteo a Mare, nei pressi della foce dello storico fiume Rubicone, si chiamava piuttosto “falàsc” (come mi segnala il giovane ricercatore Andrea Pari).

In ogni caso, si tratta del medesimo materiale, tuttora disponibile… a costo zero.

Curiosi? Ecco la descrizione di gulmàz (dal Dizionario Romagnolo Ragionato di Gianni Quondamatteo):

– mar. come falòpa, cioè il materiale che il mare getta e deposita sulla spiaggia, specie dopo una grossa burrasca. Sono canne, rami, detriti di legno che la povera gente raccoglie e mette ad asciugare , per usare poi come combustibile. Il tutto ha anche il nome di gramegna.  A Riccione dicono almadìra.

 

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