Gli intraducibili: cercando scaramàz arrivo ad scaranèda

Sì, cercando sul Dizionario Romagnolo Ragionato di Quondamatteo la parola scaramàz, sono arrivata ad scaranèda ad un altro termine che come il primo, se proposto in italiano, non rende nemmeno l’idea del significato originario. Per gli amici extraromagnoli urge una spiegazione, che lascio al buon Quondam Gianni.

Eccola…

Scaramàz:  tramestio rumoroso , chiasso, confusione. E’ fèva un scaramàz! (Faceva uno “scaramazzo”!). Sembra, la nostra, una voce onomatopeica. Nel pronunciarla si sente un rumore di vetri infranti, di seggiolate, di stoviglie che si rovesciano.

Scaranèda: colpo di sedia, tempi più seri, meno incruenti. I j a fat al scaranèdi (hanno fatto le seggiolate): tutt’al più c’era qualche testa rotta. Oggi si spara, per una parola, per un sorpasso. Nella locuzione l’è andè via ad scaranèda: si è allontanato in gran fretta, velocemente. Andè zò ad scaranèda (andar giù di scaranata), invece, significava gettarsi in acqua, d’estate, dalla banchina del porto-canale, non di tuffo, ma raccolti con le ginocchia contro il petto e le braccia intorno alle gambe, come seduti su una sedia.

E adesso, av salùt ma tòt!

Un pensiero su “Gli intraducibili: cercando scaramàz arrivo ad scaranèda

  1. Giovanna Gobbi

    A San Mauro noi diciamo “Scatramàz” forse ancora più incisivo e rumososo…se vogliamo.
    Un ‘altra parola che usiamo per significare un rumore è “Buliroun”, che però vale per un rumore meno fracassone,
    più di sottofondo, di confusione….
    Saluti…

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