L’Ippocampo Viserba. Laboratorio urbano della memoria

Eugenia Zanzani intervistata da Marzia Mecozzi e Cristella

Difficile dire chi fosse più emozionato, la sera di giovedì 8 aprile, durante la registrazione della prima intervista a una memoria storica di Viserba.

L’Eugenia (78 anni portati alla grande) o i soci dell’Associazione L’Ippocampo ?

La prima ha accettato immediatamente e con entusiasmo l’invito a farsi interrogare da quei curiosoni di Pierluigi, Cristina, Nerea, Marzia e compagnia bella.

Protagonista sul palco del teatrino parrocchiale (“come tante volte in passato, quando facevamo le nostre commedie, ho persino interpretato don Abbondio!”) l’edicolante storica di Viserba aveva gli occhi che luccicavano dalla gioia e dall’emozione. Ricordi vecchi di oltre settant’anni, ma freschi come se riferiti a fatti accaduti ieri. L’aiuto alla nonna per tenere la contabilità dell’edicola appena aperta, le ville dei signori, i ragazzini che giocavano sulla spiaggia (“molto più bella di quella di Rimini”), i tanti luoghi in cui si ballava e si entrava solo con giacca o abito da sera, il cantante/cameriere Silvio Berlusconi (sì, proprio lui!), Franco Franchi e Ciccio Ingrassia agli esordi della carriera che si esibivano fra i tavolini dei bar e poi passavano a raccogliere le monete col cappello in mano.

Tanti sono i ricordi dell’Eugenia che si è dovuto mettere un punto. Anzi, un “punto e virgola”, perché serviranno altre puntate e altre registrazioni solo per lei. Una ricchezza che viene dalla “memoria del cuore” (più che dalla “memoria della testa”) e che L’Ippocampo vuole raccogliere e regalare agli altri. Ai più giovani specialmente.

Si diceva dell’emozione. Cristella la sentiva, ma la vedeva anche negli occhi di tutti gli altri. Tutti in cerchio (ci chiameremo “cavalieri della tavola rotonda”?) a suggellare un patto alla pari, senza gerarchie.

Giovani, adulti e “over”. Donne e uomini. Professionisti, pensionati, imprenditori, commercianti, impiegati, operai… Un paio di giornaliste, altrettanti collezionisti di foto e cartoline su Viserba, qualche blogger, un bel gruppo di amici di Facebook, altri che non sanno accendere un computer.

I più giovani portano la competenza tecnica e informatica (chi se non Nicola, Paolo, Gabriele, Francesca, Loredana potrebbero filmare, progettare, scannerizzare, programmare?). Quelli “più in là con gli anni” portano storie, documenti, ricordi, racconti, conoscenze, idee, poesie…

E giovedì sera si respirava, fra di loro, un’aria di complicità e compiacimento. Della serie “ma perché non l’abbiamo fatto prima?”

L’associazione “L’Ippocampo Viserba” è appena nata (qui la genesi, il progetto, i fondatori). Si può dire che, a parte una capatina alla festa di primavera al Lago Riviera, non sia ancora uscita di casa. Ma lo farà presto. Per incontrare tutti coloro , cittadini e turisti, che amano questo territorio.

E tutti, nessuno escluso, possono portare il loro contributo: fotografie, ricordi, informazioni, pubblicazioni, materiale vario.

Contatti e aggiornamenti “in progress” sul sito www.ippocampoviserba .it.

Evvai!

3 pensieri su “L’Ippocampo Viserba. Laboratorio urbano della memoria

  1. danda

    Cristella carissima, eh sì, la carica emotiva non solo si poteva vedere negli occhi di voi che intervistavate l’Eugenia, e soprattutto nei suoi occhi! Ma anche nei suoi sorrisi o nei suoi brevissimi silenzi, nelle mani che gesticolavano e, infine… nell’aria!
    Siamo davvero un bel gruppo affiatato, nonostante le differenze di età, di conoscenze, di esperienze. Ognuno porta il suo piccolo contributo ed è molto bello per me, che non sono originaria di Viserba, poter anche contribuire con un briciolo delle mie competenze e della mia passione alla costruzione di qualcosa di grande valore!
    Complimenti a tutti e… davvero, perché non l’abbiamo fatto prima??? 😀

  2. Paolo

    è stata proprio una bellissima idea questa dell’Ippocampo… per chi come me ha sempre vissuto Viserbella e dintorni come luogo di relax durante i mesi estivi per oltre trent’anni, è stato veramente sorprendente trovare tante persone disposte a dedicare parte della loro giornata e del loro tempo per raccogliere testimonianze, storie e personaggi di questi luoghi che per me comunque raccontano in parte storie anche della mia famiglia… e sono molto felice di poter dare il mio piccolo contributo affinchè questa esperienza possa diventare qualcosa che a lungo porti sempre più persone ad appassionarsi ai “ricordi” e alle “memorie” di chi ci ha preceduto e che ha trasformato, ha vissuto questi luoghi…

  3. Pierluigi Sammarini

    Quello che sembra è quello che è… spesso ed almeno lo è stata quella magica serata di Giovedì dove la macchina redazionale dell’ippocampo ha fatto il suo esordio, con l’intervista all’Eugenia. Siete veramente splendidi, come è stato possibile in questi anni vivere sul nostro territorio senza conoscere l’Ippocampo? E’ nato, perchè doveva nascere, come un fiore che c’è sempre stato latente sotto l’erba, ma quest’anno… per le particolari condizioni climatiche si è messo in maggiore evidenza, ma lui… l’anima dell’Ippocampo è in tutti noi. Qualcosa ci ha fatto incontrare, abbiamo messo la testa fuori da….. Ora possiamo incominciare a muoverci e librarci.. Buon Lavoro. Piero

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